idee e itinerari turistici per scoprire la Basilicata

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Lunedì, 14 Novembre 2016 14:19

What to see in Melfi

Ciò che colpisce quando ci si avvicina a Melfi per la prima volta è il castello che si erge maestoso su una verde collina, con le mura che scendono lungo i fianchi e si perdono in un intrico di case dai tetti scarlatti.

IL REGNO DI FEDERICO II

Se siete appassionati di storia e giungete in Basilicata, non potete andare via prima di aver visto Melfi, roccaforte di Federico II di Svevia, sovrano illuminato e misterioso.
È da Melfi che l’imperatore promulga nel 1231 le “Costituzioni melfitane”, norme che per la prima volta riconoscevano alle donne diritti sconosciuti all’epoca ed è nei boschi intorno a Melfi che il sovrano amava cacciare con il falcone.

Ma Melfi non è solo storia, a due passi dal paese potete trascorrere una giornata di relax nei prati che circondano i laghi di Monticchio, due bellissimi specchi d’acqua di origine vulcanica; è sulle montagne della zona che nasce l’Aglianico del Vulture, vino DOC annoverato tra i più grandi vini rossi d’Italia. Che dite? Vi abbiamo convinto?

Scorcio di Melfi e del castello

TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE MELFI


1. LA FIGURA DI FEDERICO II

Se visitate Melfi non potete non vedere il castello, imponente struttura di origine normanna (fine XI secolo) che al suo interno ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese che custodisce preziosi reperti del VII-III secolo a.C. oltre allo splendido Sarcofago di Rapolla, opera della seconda metà del II secolo, proveniente dall’Asia Minore.

Bellissima inoltre la Cattedrale risalente al 1056 e la cripta di santa Margherita, chiesa rupestre che al suo interno reca affreschi perfettamente conservati, tra cui spicca il “monito dei morti” in cui pare sia rappresentato Federico II in abiti da falconiere.

Melfi, Cripta di Santa Margherita

Se vi interessa la storia di Federico II vi consigliamo di far visita anche al castello di Lagopesole, uno splendido maniero su di una collina, situato a pochi chilometri da Melfi.

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2.  I LAGHI DI MONTICCHIO 

A pochi chilometri  da Melfi trovate i laghi di Monticchio, due specchi d’acqua di origine vulcanica che si stendono ai piedi del monte Vulture, i cui boschi ospitano la Acanthobrahmaeaeuropaea, splendida falena che vive solo in questi luoghi.

Sulle placide acque del lato si staglia l’abbazia di San Michele, che oggi ospita il museo di Storia Naturale del Vulture.

Laghi di Monticchio, Melfi


3. L' AGLIANICO DEL VULTURE

Questi luoghi sono la patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Questo vino, il cui vitigno cresce sulle pendici e nella valle del vulcano spento del Vulture, ha un colore rubino che tende al granato con riflessi aranciati con l’età.

All'olfatto risultano riconoscibili profumi di mora e prugna selvatica, note di viola e di fragole di bosco, a cui il tempo apporta sentori di liquirizia, cioccolato fondente, pepe nero. In bocca l'Aglianico del Vulture risulta complesso, moderatamente tannico e fresco, con una gradazione alcolica tra i 12,5° e i 13,5°.

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Published in Melfi EN
Lunedì, 17 Ottobre 2016 18:42

Una passeggiata tra i castagneti della Basilicata

Nelle nostre città si inizia a sentire l’inconfondibile odore delle caldarroste, e noi, come tanti segugi, ne seguiamo l’aroma, ma arrivati davanti al venditore il più delle volte desistiamo dall’acquisto non appena vediamo il prezzo del cartoccio di castagne rimanendo con l’acquolina in bocca. Ma allora perché non approfittare delle belle giornate di sole che ci regala il mese di ottobre per organizzare un fine settimana in Basilicata coniugando la raccolta delle castagne alla  visita dei nostri incantevoli borghi?

Bene ma prima di partire vi do qualche informazione su questo frutto autunnale e su come raccoglierlo.

Le castagne, ricche di sostanze nutritive

Il castagno viene definito l’albero del pane poiché ha rappresentato un’importante fonte di approvvigionamento alimentare per intere generazioni, particolarmente nei periodi di difficoltà in quanto il suo frutto è ricco di proprietà benefiche per il nostro organismo.

La castagna è molto ricca di sostanze amidacee, è quindi nutriente ed energetica, inoltre la ricchezza in carboidrati complessi la rende simile per valore nutritivo ai cereali diventando una valida alternativa in caso di intolleranza.

La castagna contiene potassio, per  rinforzare i muscoli,  zolfo, ottimo antisettico e disinfettante,  sodio, utile alla digestione e all’assimilazione, magnesio, che agisce come rigenerante dei nervi, calcio e cloro, utili per  ossa, sangue, nervi e tendini. Come se non bastasse riduce il colesterolo, riequilibra la flora batterica ed è ricca di vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6,B9, Cb12, C e D.

Consigli per la raccolta delle castagne

Paniere con castagne

Per la raccolta è consigliabile indossare scarponi antiscivolo, pantaloni lunghi, calzettoni, guanti e una giacca per contrastare l’umidità dei boschi. E’ utile portarsi un bastone per aprire i ricci caduti a terra e un cestino di vimini o sacchetti di iuta per depositare le castagne raccolte che non vanno messe in buste di plastica per evitare che marciscano. Scegliete solo quelle sode ed intatte, i frutti troppo morbidi o che presentano dei gusci bucherellati possono contenere dei parassiti.

Ultimo consiglio: attenzione a non avventurarvi in riserve private nelle quali è vietata la raccolta. Non scavalcate recinzioni, ma parlate con la popolazione locale che vi saprà indicare dove poter andare a raccogliere le castagne. 

Le castagne in Basilicata

Melfi, panorama

Per un fine settimana all’insegna della castagna e della cultura, vi consiglio la zona  del Vulture (Melfi, Rapolla, Venosa), il Pollino, (San Severino Lucano, Rotonda) e il Parco Nazionale dell’Appenino Lucano ( Moliterno, Tramutola). Qui sono numerosi gli appuntamenti gastronomici in suo onore, la potrete gustare in svariate e succulente preparazioni sia presso ristoranti caratteristici che passeggiando tra le vie di affascinanti centri storici:

Melfi (foto sopra) – la sagra della “Varola” - 22 e 23 Ottobre 2016;

Spinoso – Sagra della Castagna – 23 Ottobre 2016;

Tramutola - La sagra della Castagna Munnaredda – 29 e 30 Ottobre 2016;

Rotonda – Sagra della Castagna- 29, 30 e 31 Ottobre 2016.

Pollino, bosco

Published in 2016
Venerdì, 13 Maggio 2016 15:24

Aglianico del Vulture: il vino della Basilicata

L’Aglianico del Vulture è un vino dalla storia millenaria; il vitigno fu probabilmente introdotto in Basilicata dai Greci nel VII- V secolo A.C. Quinto Orazio Flacco, uomo romano e del Vulture (nato a Venosa l’8 dicembre del 65 A.C.), capace di gustare e insegnare i più profondi piaceri della vita e cantore dello straordinario rapporto fra la vite e la vita, nel suo Ars Vivendi scrive:

“Nessuna poesia scritta da bevitori di acqua può piacere o vivere a lungo. Da quando Bacco ha arruolato poeti tra i suoi Satiri e Fauni le dolci Muse san sempre di vino al mattino”.

Ogni riferimento al nostro pregiato vino Aglianico non appare casuale. 

Le cantine di Rionero, dove vengono conservate le botti del pregiato vino

 PILLOLE DI STORIA

Nel 1906, durante l’esposizione universale di Milano, dieci vini del Vulture riscossero un successo a dir poco inaspettato; e ancora nel 1910 nel celebre e monumentale trattato di ampelografia di Pierre Viala e Victor Vermorel, l’Aglianico è citato tra i migliori vitigni d’Europa.

IDENTIKIT DELL’AGLIANICO DEL VULTURE

Le pendici del Monte Vulture, vulcano spento a Nord della Basilicata, rappresentano l’habitat ideale di questo grande vino. Il suo colore è rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento, al naso è  intenso ed armonico, fruttato, con sentori di spezie e tostature, al palato è caldo, morbido, fresco , sapido e giustamente tannico.

Le botti di Aglianico, conservate nelle Cantine del notaio, a Rionero

Due sono le denominazioni: abbiamo una DOCG Aglianico del Vulture Superiore e una DOC Aglianico del Vulture.

LA DOCG AGLIANICO DEL VULTURE

La DOCG Aglianico del Vulture ha una gradazione alcolica di 13,5° e non può essere immesso al consumo prima dell’1 novembre dell’anno successivo a quello di produzione delle uve, dopo un invecchiamento di almeno un anno in botte e un anno in bottiglia.

La tipologia Riserva non può essere immessa al consumo prima dell’1 novembre del quinto anno successivo a quello di produzione delle uve, dopo un invecchiamento di almeno due anni in botte e due anni in bottiglia.

LA DOC AGLIANICO DEL VULTURE

La DOC Aglianico del Vulture ha una gradazione alcolica di 12,5°e deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento minimo di un anno. Sono previste le tipologie Vecchio 12,5° invecchiamento 36 mesi di cui 24 in botte e spumante 12,5°.

DOVE GUSTARLO

Possiamo individuare tre sottozone più significative: la prima fra i comuni di Rionero in Vulture e Ripacandida dove si producono i vini più freschi ed aristocratici, la seconda ad Est di Barile, piccolo borgo della Basilicata dove i vini sono più strutturati della precedente area e la terza nel Pianoro di Masseria Sant’Angelo a Sud-Est di Venosa che regala vini più corposi e tannici.

Se vi è venuta voglia di venire a degustarne un buon bicchiere rimarrete affascinati dal Vulture, terra di imperatori e briganti, ricca di castelli, cattedrali.

Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, Venosa, Ginestra, Barile, Ripacandida, Forenza, Acerenza, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania delimitano la zona di produzione del vino e con il loro patrimonio artistico testimoniano la millenaria storia di questa parte della Basilicata.

IL castello di Pirro del Balzo, a Venosa  
Una vacanza nel Vulture, terra dell’Aglianico del Vulture, è un’occasione da non perdere per gli amanti del vino e della buona tavola ma anche per chi ama andare alla scoperta di piacevoli paesaggi. 

I nostri itinerari, lungo le strade che costeggiano i vigneti, vi porteranno alla scoperta di borghi, di castelli, delle cantine più prestigiose con esperienze di degustazione e cene con menu tipici lucani, tutto per regalare al turista benessere e relax.

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Published in 2016
Giovedì, 12 Maggio 2016 15:04

Sagre

SAGRE

 


Luglio

PESCOPAGANO

Sagra della Podolica (30, 31 luglio – 1 agosto)

 


Agosto

BARILE

Sagra “Tumact me tulez” (1, 2 agosto)

 
VAGLIO DI BASILICATA

Percorso eno-gastronomico e storico-culturale (5, 6, 7 agosto)


PICERNO

Porklandia (5, 6 agosto)

MOLITERNO

Sagra del canestrato (9, 10 agosto)

RAPONE

Sagra della soppressata e del caciocavallo (14 agosto)
 

SENISE

Sagra “Le giornate del peperone” (agosto)
 

ROTONDA

Sagra “Il Bianco e la Rossa di Rotonda Dop” (12 – 14 agosto)
 

SANT'ANGELO LE FRATTE

Percorso enogastronomico “Le cantine aperte” (12 – 15 agosto)

 
BARILE

Percorso enogastronomico “Cantinando Wine & Art” (agosto)

SARCONI

Sagra del Fagiolo di Sarconi (18, 19 agosto)

AVIGLIANO

Sagra del Baccalà e dei prodotti tipici”(21 agosto)
 

RIPACANDIDA

Mostra mercato del miele lucano (27, 28 agosto)

 


Settembre

FILIANO

Sagra del Pecorino di Filiano (5, 6 settembre)
 

MELFI, VENOSA

Percorso enogastronomico “Aglianica” (settembre)
 

CANCELLARA

Sagra “Salsiccia Festival” (settembre)

 


 

Ottobre

MELFI

Sagra della Varola (22, 23 ottobre)
 

RAPOLLA

Sagra della Castagna e Cantine aperte (ottobre)

 

Published in Eventi
Lunedì, 12 Ottobre 2015 10:46

Cosa vedere a Senise

Il giallo ocra della sabbia e il verde dei boschi si uniscono all'azzurro delle acque per lasciare un ricordo indelebile negli occhi del visitatore che vede per la prima volta Senise. É qui che è stata costruita la diga di Monte Cotugno, una delle più grandi opere in terra battuta d'Europa, che frenando il corso del fiume Sinni crea un lago artificiale di commovente bellezza.

LO SPETTACOLO SULLE ACQUE DEL LAGO

Ed è qui che sorgerà il parco tematico "Magna Grecia. Il mito delle origini", dedicato allo sbarco degli antichi Greci in Basilicata. Si tratta di uno spettacolo maestoso con ricostruzioni storiche e centinaia di attori e comparse che saranno dirette dal celebre regista Emir Kusturica.

Dopo una tappa al lago vi consigliamo di visitare il paese di Senise, con i suoi vicoli intricati che conducono al castello costruito nel 1200 e riedificato due secoli dopo. Non può mancare una visita al museo etnografico, agli antichi palazzi nobiliari e alla chiesa di San Francesco, risalente al XIV secolo.

A fine giornata poi, dopo una mattina al lago e un pomeriggio in paese, potete fermarvi a gustare le prelibatezze di questi luoghi, famosi per il peperone IGP e il Grottino di Roccanova, vino rosso IGT, il cui nome rimanda alle caratteristiche grotte scavate nella roccia arenaria in cui le botti venivano conservate.

Lago di Senise


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE SENISE 


1. I PEPERONI CRUSCHI

Se volete gustare i piatti tipici della tradizione lucana non potete non fare tappa a Senise. É qui che hanno origine i peperoni cruschi, uno degli alimenti più caratteristici della cucina regionale.

Il peperone IGP di Senise viene essiccato fino a diventare croccante ("crusco", in dialetto) per venire impiegato in numerose ricette come quella con il baccalà o quella con strascinati, mollica di pane e cacioricotta (ve la consigliamo!).

Senise, peperoni cruschi

Proprio al peperone crusco è dedicata ad agosto una grande sagra: "Strittul ru Zafaran" (il Vicolo del Peperone) in cui è possibile gustare questo piatto in tutte le sue combinazioni, magari accompagnato da un bicchiere di Aglianico del Vulture o di Grottino di Roccanova, vino IGT prodotto in questi luoghi della Basilicata.


2. LA PESCA SUL LAGO

Il lago di Monte Cotugno è un luogo ideale per chi ama praticare sport a contatto con la natura. É un importante punto di riferimento per gli amanti della pesca sportiva che possono trovare ristoro negli agriturismi della zona.

L'immenso specchio d'acqua è anche teatro di meeting e gare di canottaggio a livello nazionale. 


3. LO SPETTACOLO DELLA MAGNA GRECIA

Corazze lucenti, antichi dei, navi e mostri: le acque del lago in estate si colorano di luci per "Magna Grecia: il mito delle origini", il cinespettacolo dedicato allo sbarco degli antichi greci sulle coste ioniche della Basilicata. 

Senise, lo spettacolo Magna Grecia il mito delle origini

Un viaggio a Senise è anche un viaggio nell'antica cultura artigianale e contadina della Basilicata, raccontata nel Museo Etnografico del Senisese, sorto nel 2003. Attrezzi del lavoro contadino, abiti dell'epoca, oggetti di uso quotidiano e materiale fotografico raccontano storie di un passato che sembra lontanissimo.

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Published in Senise
Lunedì, 12 Ottobre 2015 10:38

Cosa vedere a Rotonda e sul monte Pollino

Scoprire il piccolo comune di Rotonda permette a chi visita la Basilicata di cominciare un viaggio in una natura incontaminata e maestosa. È dal paese infatti che si diramano i più importanti percorsi che vi condurranno alla scoperta del Parco Nazionale del Pollino che, con i suoi 192.000 ettari è oggi il parco più grande d’Italia.

IMMERSI IN UNA NATURA INCONTAMINATA

Sentieri montani tra boschi e ruscelli, passeggiate tra la neve candida, rapide discese su torrenti tumultuosi: il Pollino è il luogo prediletto di chi ama la natura, lo sport e l’avventura. E poi c’è lui, il rarissimo pino loricato, albero simbolo del parco che con le sue forme contorte rappresenta un autentico monumento scolpito dalla natura.Pensate che il “Patriarca”, così viene chiamato il pino più antico, ha più di 900 anni!

Un luogo mitico, antico, ancestrale, come la Grotta del Romito con i suoi graffiti preistorici o come i riti arborei, una tradizione che si perde nella notte dei tempi ma che è tuttora viva negli abitanti di questi luoghi.

Venite sul Pollino! Lasciate a casa computer e smartphone e lasciatevi cullare da un passato atavico. 

Pino loricato sul Pollino


 TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE ROTONDA E IL PARCO DEL POLLINO


1. IL PINO LORICATO  

Se amate la natura non potete non fare visita al parco del Pollino,  nel vostro viaggio in Basilicata. Noi vi consigliamo di raggiungere la Serra di Crispo (foto sotto), soprannominata il “Giardino degli dei”. È qui che potrete ammirare i pini loricati in tutta la loro bellezza, su un altopiano con un panorama che toglie il fiato.

La Serra di Crispo sul Pollino

Altri luoghi da vedere sono il Lago della Duglia, un laghetto di montagna a 1375 metri di quota ai piedi della Serra del Crispo e le gole del Raganello, uno spettacolare canyon creato dal fiume che si fa strada tra le montagne.

Il verde dei boschi nelle stagioni calde fa spazio al bianco della neve in inverno; il Pollino meriterebbe una visita nei due diversi periodi dell’anno, per ammirare la natura in tutto il suo incontaminato splendore. 


2. FARE SPORT NELLA NATURA 

Trekking, sci di fondo, torrentismo e rafting sono alcuni dei modi in cui il visitatore può vivere la sua esperienza sul Pollino.

- Per quanto riguarda il trekking, sono molti i sentieri che partono dai paesi della zona, come ad esempio Rotonda (sede dell’Ente Parco), Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Viggianello o Terranova di Pollino.

- Gli amanti dello sci di fondo e delle ciaspole possono invece scegliere uno dei tre tracciati sopra i 1500 metri s.l.m. che partono dai comuni di Terranova, Viaggianello e Rotonda. È possibile affidarsi a scuole di sci o guide ufficiali per farsi accompagnare lungo i percorsi del parco.

Pollino, Serra Dolcedorme

- Chi pratica torrentismo può ammirare canyon, cascate e piscine naturali, attraversando le acque del torrente Raganello, nel cuore del parco.

- Se invece siete alla ricerca di sensazioni forti, vi consigliamo di partire da Viggianello, per raggiungere il fiume Mercure e fare rafting, altrimenti potete lanciarvi in un volo mozzafiato dalle vette di San Costantino Albanese su di un deltaplano legato ad un cavo di acciaio, che raggiunge la velocità di 80 km/h. Si chiama “Volo dell’aquila” e si fa in gruppi di quattro persone per volta.  

- Il parco dispone inoltre di pareti per arrampicata, ferrate, sentieri da percorrere a cavallo o in mountain bike e siti adatti alla speleologia. 


3. LE TRADIZIONI LUCANE 

Dopo una giornata all’insegna dello sport e della scoperta della natura, non resta che mettersi a tavola per assaporare alcuni dei più gustosi piatti della Basilicata. Rotonda è infatti la patria del Fagiolo Poverello Igp, dal colore bianco Dop e della melanzana rossa di Rotonda Dop, frutto di una tecnica di coltivazione tradizionale a basso impatto ambientale.

Potrete inoltre gustare il Paddaccio del Pollino, un formaggio fatto con latte di capra, la Rrappaiona, piatto a base di fave e la Ciambottella, uno dei piatti tipici della Basilicata a base di peperoni, cipolla, pomodori, salsiccia e uova.

Se invece volete immergervi nell'antica tradizione lucana, dovete visitare questi luoghi da maggio a settembre, per assistere ai riti arborei. A Rotonda in particolare, si celebra il matrimonio degli alberi, il cui rito affonda le radici nell'ancestrale mitologia celtica! Per saperne di più vi consigliamo di leggere quest'articolo del nostro blog: "Riti arborei in Basilicata: i matrimoni tra gli alberi, dall'area del faggio a quella dell'abete"

 

PHOTO CREDIT
Pollino: Santo Galatà
Le foto: Eduardo De Stefano

Published in Rotonda - Pollino
Lunedì, 12 Ottobre 2015 10:36

Cosa vedere a Valsinni

A pochi chilometri dal Parco Nazionale del Pollino si trova quest'incantevole borgo della Basilicata che ai suoi visitatori offre un panorama unico sulla vallata e una storia da raccontare. È uno di quei racconti tristi, che gli abitanti narrano mentre con lo sguardo osservano l'antico castello che ancora oggi domina Valsinni.


IL PAESE, TEATRO DI UNA STORIA TRISTE E ROMANTICA

Nel 1520 in questo luogo nacque Isabella Morra, poetessa e donna di grande sensibilità. La sventurata venne barbaramente assassinata dai fratelli, signori di Valsinni a soli venticinque anni, per una presunta relazione clandestina con il poeta e barone spagnolo Diego Sandoval de Castro, signore del vicino feudo di Bollita e marito della baronessa Antonia Caracciolo.

La morte della giovane poetessa non è stata dimenticata dagli abitanti di Valsinni che in suo onore hanno fondato un Parco Letterario.

Ma Valsinni non è solo questo, il borgo è un suggestivo intrico di vicoli e stradine, in cui spicca la chiesa Madre dedicata all'Assunta e palazzo Mauri, che al suo interno contiene un antico mulino. Anche per questo Valsinni fa parte dei comuni Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, attestato che premia le piccole località dell'entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità.

Un panorama del borgo di Valsinni e del castello


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE VALSINNI


1. IL PARCO LETTERARIO

 Se amate la poesia e il romanticismo, allora Valsinni è il paese giusto da visitare. Il Parco letterario Isabella Morra ripercorre infatti la triste storia della poetessa, grazie ad attori in costume e menestrelli che ne recitano i versi, facendo rivivere la drammatica vicenda di questa ragazza.

Valsinni, monumento a Isabella Morra

È un autentico tuffo nel passato tra poesia, musica e sapori autentici. Non può inoltre mancare una visita al castello (con guida), a palazzo Mauri e alla chiesa Madre che custodisce un prezioso crocifisso ligneo del XV secolo.


2. IL MISTERO DI ISABELLA MORRA

Probabilmente il rapporto tra Isabella e Diego fu solo di tipo epistolare, tra due anime sensibili che finalmente si erano ritrovate unite in un mondo brutale. Per questo la storia di Isabella è diversa da tante altre storie di barbarie legate ad un incomprensibile senso dell'onore, e per questo il fantasma della poetessa non ha mai trovato pace ma continua a vagare tra le mura di quel castello in cui è stata pugnalata a morte.

Ancora oggi sono in molti quelli che dicono di averla incontrata, a piedi nudi e con un lungo abito bianco, mentre malinconicamente ammira dall'alto delle mura lo splendido panorama sulla valle già cantato nelle sue poesie.

Il castello di Valsinni


3. I "PUPARULI CRUSCHI" 

Vedere Valsinni non significa solo intraprendere un viaggio tra poesia, cultura e mistero. Come ogni paese della Basilicata, anche questo borgo ha ricette deliziose e cibo di gran qualità.

Il principe della tavola è il peperone Igp di Senise (località a pochi chilometri da Valsinni) che viene gustato essiccato per dare vita ai tradizionali "puparuli cruschi": si tratta di peperoni secchi e croccanti che possono venir gustati crudi o cucinati con strascinati, cacioricotta grattugiato e mollica di pane per creare uno dei piatti tipici della tradizione lucana.

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Published in Valsinni
Martedì, 18 Agosto 2015 18:00

Cosa vedere a Venosa

"Carpe diem, quam minimum credula postero"... i versi di Orazio riecheggiano nelle strade di Venosa, la città della Basilicata che nel 65 a.C ha dato i natali al famoso poeta romano. É a pochi passi del paese che riposano i resti dell'antica città romana, mentre, nelle viuzze di Venosa il visitatore può andare alla ricerca di quella che la tradizione considera la casa del celebre poeta latino. 

UN VIAGGIO NELLA CITTÀ DI ORAZIO E DON GESULDO 

Ma Venosa racconta anche una storia di musica, passione e morte: è quella del principe Gesualdo da Venosa, compositore di madrigali nel XVII secolo, costretto a fuggire dalla città per aver assassinato, in un impeto di follia, l'adultera moglie Maria e il suo amante. 

C'è poi la storia dell'Incompiuta, l'abbazia dell'XI secolo che doveva diventare immensa ma oggi non è che misteriose mura e un tetto di stelle. Venosa è una città capace di raccontare storie, magari da ascoltare di fronte a un bicchiere di Aglianico del Vulture, il pregiato rosso della Basilicata che nasce in queste terre.

È per tutti questi motivi che Venosa è entrata a far parte dei "Borghi più belli d'Italia".

Un panorama di Venosa, Basilicata


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE VENOSA


 1. UN VIAGGIO NELLA STORIA

La prima destinazione da vedere quando visitate Venosa è il castello di Pirro del Balzo (foto in gallery), del 1470, che si erge imponente al centro del paese e ospita tra le sue mura il Museo Archeologico Nazionale.

LEGGI ANCHE IL NOSTRO ARTICOLO SUI CASTELLI IN BASILICATA

Viaggiando a ritroso nel tempo, a pochi passi da Venosa c'è la bellissima abbazia della Santissima Trinità, al cui interno trovate preziosi affreschi e le spoglie del condottiero normanno Roberto il Guiscardo. A colpire il visitatore però saranno soprattutto i resti di quella che è chiamata "L'Incompiuta", che si ergono nella parte posteriore dell'abbazia.

I lavori, cominciati nel XI secolo avevano lo scopo di completare l'abbazia con un enorme abside e due larghe campate, ma ciò non è mai avvenuto. Oggi il visitatore può passeggiare tra i suggestivi resti di questo sogno mai realizzato.

L'Incompiuta di Venosa

Altra testimonianza del sacro a Venosa sono le catacombe cristiane del IV secolo e quelle ebraiche del III-IV secolo.

Tornando ancora indietro nel tempo possiamo visitare il Parco Archeologico che testimonia il periodo repubblicano della città e, nascosta tra le viuzze del paese, possiamo scoprire quella che viene considerata per tradizione la casa di Orazio.

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 2. IL GUSTO DELL'AGLIANICO

Venosa è tra i comuni della Basilicata che sono patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Questo vino, il cui vitigno cresce sulle pendici e nella valle del vulcano spento del Vulture, ha un colore rubino che tende al granato con riflessi aranciati con l’età.

All'olfatto risultano riconoscibili profumi di  mora e  prugna selvatica, note di viola e di fragole di bosco, a cui il tempo apporta sentori di liquirizia, cioccolato fondente, pepe nero. In bocca l'Aglianico del Vulture risulta complesso, moderatamente tannico e fresco, con una gradazione alcolica tra i 12,5° e i 13,5°. 

Le botti di Aglianico della Cantine del Notaio, a Rionero in Vulture


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 3. PER SCOPRIRE I NOSTRI ANTENATI

Nei pressi di Venosa è possibile visitare il Sito Palolitico di Notarchirico, uno dei più antichi di Europa, risalente a 600.000 anni fa. La sua importanza è evidenziata dalla scoperta nel 1985 di un femore umano  che, attribuibile forse ad un Homo erectus, è uno dei più antichi resti fossili d’Europa.

Il biglietto è cumulativo con quello del Parco archeologico, delle catacombe ebraiche e del Museo archeologico nazionale.

Published in Venosa
Martedì, 18 Agosto 2015 17:44

Cosa vedere a Melfi

Ciò che colpisce quando ci si avvicina a Melfi per la prima volta è il castello che si erge maestoso su una verde collina, con le mura che scendono lungo i fianchi e si perdono in un intrico di case dai tetti scarlatti.

IL REGNO DI FEDERICO II

Se siete appassionati di storia e giungete in Basilicata, non potete andare via prima di aver visto Melfi, roccaforte di Federico II di Svevia, sovrano illuminato e misterioso.
È da Melfi che l’imperatore promulga nel 1231 le “Costituzioni melfitane”, norme che per la prima volta riconoscevano alle donne diritti sconosciuti all’epoca ed è nei boschi intorno a Melfi che il sovrano amava cacciare con il falcone.

Ma Melfi non è solo storia, a due passi dal paese potete trascorrere una giornata di relax nei prati che circondano i laghi di Monticchio, due bellissimi specchi d’acqua di origine vulcanica; è sulle montagne della zona che nasce l’Aglianico del Vulture, vino DOC annoverato tra i più grandi vini rossi d’Italia. Che dite? Vi abbiamo convinto?

Scorcio di Melfi e del castello


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE MELFI


1. LA FIGURA DI FEDERICO II

Se visitate Melfi non potete non vedere il castello, imponente struttura di origine normanna (fine XI secolo) che al suo interno ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese che custodisce preziosi reperti del VII-III secolo a.C. oltre allo splendido Sarcofago di Rapolla, opera della seconda metà del II secolo, proveniente dall’Asia Minore.

Bellissima inoltre la Cattedrale risalente al 1056 e la cripta di santa Margherita, chiesa rupestre che al suo interno reca affreschi perfettamente conservati, tra cui spicca il “monito dei morti” in cui pare sia rappresentato Federico II in abiti da falconiere.

Melfi, Cripta di Santa Margherita

Se vi interessa la storia di Federico II vi consigliamo di far visita anche al castello di Lagopesole, uno splendido maniero su di una collina, situato a pochi chilometri da Melfi.

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2.  I LAGHI DI MONTICCHIO 

A pochi chilometri  da Melfi trovate i laghi di Monticchio, due specchi d’acqua di origine vulcanica che si stendono ai piedi del monte Vulture, i cui boschi ospitano la Acanthobrahmaeaeuropaea, splendida falena che vive solo in questi luoghi.

Sulle placide acque del lato si staglia l’abbazia di San Michele, che oggi ospita il museo di Storia Naturale del Vulture.

Laghi di Monticchio, Melfi


3. L' AGLIANICO DEL VULTURE

Questi luoghi sono la patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Questo vino, il cui vitigno cresce sulle pendici e nella valle del vulcano spento del Vulture, ha un colore rubino che tende al granato con riflessi aranciati con l’età.

All'olfatto risultano riconoscibili profumi di mora e prugna selvatica, note di viola e di fragole di bosco, a cui il tempo apporta sentori di liquirizia, cioccolato fondente, pepe nero. In bocca l'Aglianico del Vulture risulta complesso, moderatamente tannico e fresco, con una gradazione alcolica tra i 12,5° e i 13,5°.

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Published in Melfi
Martedì, 18 Agosto 2015 17:42

Cosa vedere a Matera

Capitale Europea della Cultura 2019 è sicuramente la città lucana che i turisti conoscono meglio, grazie ai celebri Sassi riconosciuti nel 1993 Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO (primo sito dell'Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento).

UN PAESAGGIO UNICO AL MONDO

Un centro storico antichissimo che conduce il visitatore in un intricato labirinto di stradine, case e chiese scavate e costruite nel tufo fino a creare un ambiente unico al mondo, misterioso e romantico.

Un paesaggio unico che fa innamorare il visitatore al primo sguardo e che ha fatto innamorare registi come Pierpaolo Pasolini che vi ha girato nel 1964 "Il Vangelo secondo Matteo" o Mel Gibson che ha scelto Matera per ambientare nel 2004 il suo colossal "La Passione di Cristo" (se ti interessa l'argomento, leggi il nostro articolo sul cinema in Basilicata).

Che altro dire? Se volete vedere la Basilicata è da Matera che dovete cominciare!

Sassi di Matera


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE MATERA


1. LE CHIESE NATE NELLA PIETRA

I Sassi costituiscono un ottimo esempio del connubio tra uomo e natura, vi consigliamo di visitare la casa Noha, abitazione scavata nel tufo, patrimonio del FAI e la chiesa rupestre della Madonna dell’Idris, che sembra venir fuori dalla roccia, come propaggine della montagna.

Vi consigliamo inoltre una visita al Museo laboratorio della Civiltà contadina e alla splendida Cripta del Peccato originale, una chiesa rupestre che al suo interno reca affreschi risalenti al IX secolo d.C.

Matera, Cripta del Peccato Originale


2. LA CUCINA LUCANA

Un viaggio a Matera può diventare una buona occasione per gustare l’ottima cucina lucana. In uno dei ristoranti ricavati nel fresco dei Sassi potrete gustare piatti tipici come la "crapiata", a base di legumi, o magari assaggiare i famosi "peperoni cruschi" lucani o assaporare la carne delle mucche Podoliche, che vivono allo stato brado lungo i pendii murgiani.

prodotti tipici della Basilicata


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3. GLI EVENTI DA NON PERDERE

Imperdibile la festa della Madonna della Bruna, che si celebra il 2 luglio a Matera da oltre 600 anni, in onore della protettrice della città. Spettacolare il momento dello "strazzo", quando i partecipanti alla festa assaltano il tradizionale carro trionfale che percorre le vie della città per farlo letteralmente a pezzi e portarne a casa un pezzo come segno beneagurante.

A Natale poi tra i Sassi di Matera riecheggiano le atmosfere della Palestina dell'anno zero, grazie all'allestimento di uno dei presepi viventi più importanti d'Italia.

 

CREDIT PHOTO:
Eduardo de Stefano (Cripta del Peccato Originale) e APT Basilicata

 

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