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Venerdì, 13 Maggio 2016 15:24

Aglianico del Vulture: il vino della Basilicata

L’Aglianico del Vulture è un vino dalla storia millenaria; il vitigno fu probabilmente introdotto in Basilicata dai Greci nel VII- V secolo A.C. Quinto Orazio Flacco, uomo romano e del Vulture (nato a Venosa l’8 dicembre del 65 A.C.), capace di gustare e insegnare i più profondi piaceri della vita e cantore dello straordinario rapporto fra la vite e la vita, nel suo Ars Vivendi scrive:

“Nessuna poesia scritta da bevitori di acqua può piacere o vivere a lungo. Da quando Bacco ha arruolato poeti tra i suoi Satiri e Fauni le dolci Muse san sempre di vino al mattino”.

Ogni riferimento al nostro pregiato vino Aglianico non appare casuale. 

Le cantine di Rionero, dove vengono conservate le botti del pregiato vino

 PILLOLE DI STORIA

Nel 1906, durante l’esposizione universale di Milano, dieci vini del Vulture riscossero un successo a dir poco inaspettato; e ancora nel 1910 nel celebre e monumentale trattato di ampelografia di Pierre Viala e Victor Vermorel, l’Aglianico è citato tra i migliori vitigni d’Europa.

IDENTIKIT DELL’AGLIANICO DEL VULTURE

Le pendici del Monte Vulture, vulcano spento a Nord della Basilicata, rappresentano l’habitat ideale di questo grande vino. Il suo colore è rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento, al naso è  intenso ed armonico, fruttato, con sentori di spezie e tostature, al palato è caldo, morbido, fresco , sapido e giustamente tannico.

Le botti di Aglianico, conservate nelle Cantine del notaio, a Rionero

Due sono le denominazioni: abbiamo una DOCG Aglianico del Vulture Superiore e una DOC Aglianico del Vulture.

LA DOCG AGLIANICO DEL VULTURE

La DOCG Aglianico del Vulture ha una gradazione alcolica di 13,5° e non può essere immesso al consumo prima dell’1 novembre dell’anno successivo a quello di produzione delle uve, dopo un invecchiamento di almeno un anno in botte e un anno in bottiglia.

La tipologia Riserva non può essere immessa al consumo prima dell’1 novembre del quinto anno successivo a quello di produzione delle uve, dopo un invecchiamento di almeno due anni in botte e due anni in bottiglia.

LA DOC AGLIANICO DEL VULTURE

La DOC Aglianico del Vulture ha una gradazione alcolica di 12,5°e deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento minimo di un anno. Sono previste le tipologie Vecchio 12,5° invecchiamento 36 mesi di cui 24 in botte e spumante 12,5°.

DOVE GUSTARLO

Possiamo individuare tre sottozone più significative: la prima fra i comuni di Rionero in Vulture e Ripacandida dove si producono i vini più freschi ed aristocratici, la seconda ad Est di Barile, piccolo borgo della Basilicata dove i vini sono più strutturati della precedente area e la terza nel Pianoro di Masseria Sant’Angelo a Sud-Est di Venosa che regala vini più corposi e tannici.

Se vi è venuta voglia di venire a degustarne un buon bicchiere rimarrete affascinati dal Vulture, terra di imperatori e briganti, ricca di castelli, cattedrali.

Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, Venosa, Ginestra, Barile, Ripacandida, Forenza, Acerenza, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania delimitano la zona di produzione del vino e con il loro patrimonio artistico testimoniano la millenaria storia di questa parte della Basilicata.

IL castello di Pirro del Balzo, a Venosa  
Una vacanza nel Vulture, terra dell’Aglianico del Vulture, è un’occasione da non perdere per gli amanti del vino e della buona tavola ma anche per chi ama andare alla scoperta di piacevoli paesaggi. 

I nostri itinerari, lungo le strade che costeggiano i vigneti, vi porteranno alla scoperta di borghi, di castelli, delle cantine più prestigiose con esperienze di degustazione e cene con menu tipici lucani, tutto per regalare al turista benessere e relax.

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