Un viaggio tra cultura e mistero, tra luoghi da vedere e storie da ascoltare, con il fiato sospeso. In questo itinerario vi faremmo scoprire i borghi di Venosa e Acerenza. Il primo racconta la storia di un marito geniale e sanguinario e di una grande chiesa con un tetto di stelle, il secondo racconta storie di templari, uomini di fede e draghi misteriosi!
Venosa - Acerenza
Agli amanti dell'arte, della storia e del mistero
Tutto l'anno
Una giornata
Non dimenticare di gustare un calice di vino Aglianico
La nascita di Venosa risale al III secolo A.C. ad opera di popolazioni sannite, ai quali successero i Romani, a loro si deve il passaggio da Venosa della Via Appia, i Normanni, dai monaci Benedettini agli Angioini e Borboni. Il nome di Venosa è legato a quello di Orazio Flacco (sopra) uno dei più grandi poeti della letteratura romana.
Visitare Venosa è semplice in quanto tutte le sue attrattive si sviluppano lungo Corso Vittorio Emanuele II. Risulta interessante, oltre che per gli importanti monumenti, per la grande quantità di frammenti lapidei di diversa provenienza ed epoca murati sulle facciate delle case, nelle chiese e nel Castello.
Un classico tour di Venosa può partire con la visita del Castello (foto in cima all'articolo) in Piazza Umberto I, detta anche Piazza Castello.
Il maniero, la cui costruzione fu voluta da Pirro del Balzo tra il 1460- 1470, è visitabile ed ospita nei suo saloni il Museo Archeologico Nazionale, di particolare rilevanza le ceramiche, una collezione numimastiche e pitture parietali, e la Biblioteca Comunale impreziosita dal ritratto del cardinale G.B. De Luca di Carlo Maratta.
SE TI INTERESSA L'ARGOMENTO, VEDI ANCHE IL NOSTRO ARTICOLO SUI CASTELLI IN BASILICATA
Finita la visita al castello prendete per via dei Fornaci per andare a vedere la Fontana Romanesca: una leggenda racconta che chi si disseti a questa fontana non va più via da Venosa. Se è vero lo scoprirete alla fine della giornata.
Ritornati a Piazza Umberto percorrete Corso Vittorio Emanuele al termine vi troverete davanti a voi il Parco Archeologico: le sovrapposizioni edilizie risalenti all’epoca romana e all’età medioevale lo rendono unico nel suo genere sul territorio italiano. Il parco, che si sviluppa intorno all’Abbazia della Trinità comprende le Terme, la Chiesa dell’incompiuta (sotto), l’Anfiteatro e l’Abbazia della Trinità.
Terminata la Visita di Venosa imboccate la SS 168 e durante il tragitto che vi porterà ad Acerenza godrete dei colori della campagna lucana.
Posta su altopiano a m 863 sul livello del mare, stretta dai fiumi Bradano e l’affluente Fiumarella, è considerato uno dei borghi più belli d’Italia dall’omonima associazione al pari di Castelmezzano, Pietrapertosa e Venosa. Passeggiando tra i suoi vicoli si potrà capire il perché.
La sagoma della sua maestosa Cattedrale, uno dei monumenti più pregevoli della Basilicata, la si scorge fin da subito. La sua costruzione risale all'XI secolo, ad opera del vescovo Godano e del vescovo Arnoldo, abate del monastero benedettino di Cluny. Si ispira alla tipologia dell’abbazia francese nel realizzare la cattedrale acheruntina, prima in Italia nel suo genere.
Il sisma del 1456 provocò ingenti danni e i lavori di restauro furono finanziati dal Conte Ferrillo e sua moglie Maria Balsa. Prima di entrare fate un giro dell’esterno per ammirare gli elementi architettonici e decorativi e poi varcata la soglia esploratela nella sua interezza.
Alla cattedrale sono legati anche alcuni misteri: dal passaggio dei Templari a quello più intrigante che vuole identificare Maria di Balsa con la figlia del conte Vlad, più noto con il nome di Dracula.
CREDIT PHOTO
Apt Basilicata
Foto Chiesa dell'Incompiuta: Eduardo De Stefano
Il giallo ocra della sabbia e il verde dei boschi si uniscono all'azzurro delle acque per lasciare un ricordo indelebile negli occhi del visitatore che vede per la prima volta Senise. É qui che è stata costruita la diga di Monte Cotugno, una delle più grandi opere in terra battuta d'Europa, che frenando il corso del fiume Sinni crea un lago artificiale di commovente bellezza.
Ed è qui che sorgerà il parco tematico "Magna Grecia. Il mito delle origini", dedicato allo sbarco degli antichi Greci in Basilicata. Si tratta di uno spettacolo maestoso con ricostruzioni storiche e centinaia di attori e comparse che saranno dirette dal celebre regista Emir Kusturica.
Dopo una tappa al lago vi consigliamo di visitare il paese di Senise, con i suoi vicoli intricati che conducono al castello costruito nel 1200 e riedificato due secoli dopo. Non può mancare una visita al museo etnografico, agli antichi palazzi nobiliari e alla chiesa di San Francesco, risalente al XIV secolo.
A fine giornata poi, dopo una mattina al lago e un pomeriggio in paese, potete fermarvi a gustare le prelibatezze di questi luoghi, famosi per il peperone IGP e il Grottino di Roccanova, vino rosso IGT, il cui nome rimanda alle caratteristiche grotte scavate nella roccia arenaria in cui le botti venivano conservate.
Se volete gustare i piatti tipici della tradizione lucana non potete non fare tappa a Senise. É qui che hanno origine i peperoni cruschi, uno degli alimenti più caratteristici della cucina regionale.
Il peperone IGP di Senise viene essiccato fino a diventare croccante ("crusco", in dialetto) per venire impiegato in numerose ricette come quella con il baccalà o quella con strascinati, mollica di pane e cacioricotta (ve la consigliamo!).
Proprio al peperone crusco è dedicata ad agosto una grande sagra: "Strittul ru Zafaran" (il Vicolo del Peperone) in cui è possibile gustare questo piatto in tutte le sue combinazioni, magari accompagnato da un bicchiere di Aglianico del Vulture o di Grottino di Roccanova, vino IGT prodotto in questi luoghi della Basilicata.
Il lago di Monte Cotugno è un luogo ideale per chi ama praticare sport a contatto con la natura. É un importante punto di riferimento per gli amanti della pesca sportiva che possono trovare ristoro negli agriturismi della zona.
L'immenso specchio d'acqua è anche teatro di meeting e gare di canottaggio a livello nazionale.
Corazze lucenti, antichi dei, navi e mostri: le acque del lago in estate si colorano di luci per "Magna Grecia: il mito delle origini", il cinespettacolo dedicato allo sbarco degli antichi greci sulle coste ioniche della Basilicata.
Un viaggio a Senise è anche un viaggio nell'antica cultura artigianale e contadina della Basilicata, raccontata nel Museo Etnografico del Senisese, sorto nel 2003. Attrezzi del lavoro contadino, abiti dell'epoca, oggetti di uso quotidiano e materiale fotografico raccontano storie di un passato che sembra lontanissimo.
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Immaginate di trovarvi in un luogo nascosto, segreto, dove l’unico suono che possiate ascoltare è il frinire delle cicale unito al sussurrare del vento. Se è la prima volta che visitate Aliano, allora rimarrete impressionati dal silenzio, dalla quiete e dal suo spettacolare paesaggio lunare creato dai Calanchi.
È qui che Carlo Levi ha scritto il suo capolavoro “Cristo si è fermato ad Eboli” quando fu confinato controvoglia in questo paese nascosto nel cuore della Basilicata fino a che un giorno non se ne innamorò, al punto da voler essere seppellito nel suo piccolo cimitero.
Aliano è la meta per chi desidera visitare un luogo unico, al di là dello spazio e del tempo: non a caso è a pochi chilometri da qui che si trova Craco, città fantasma entrata nel 2010 nella lista dei monumenti da salvaguardare redatta dalla World Monuments Fund, ed è in questi luoghi che Mel Gibson ha girato alcune delle scene più toccanti del suo colossal La passione di Cristo.
Vi consigliamo di visitare Aliano, magari dopo aver riletto il capolavoro di Levi, per ripercorre con lo scrittore questa storia scritta tra queste case antiche, nascoste tra i Calanchi.
Gli anni trascorsi dal maestro Carlo Levi ad Aliano (1935 e 1936) hanno segnato positivamente questo paese della Basilicata che in suo onore ha istituito il Parco Letterario Carlo Levi, che invita il visitatore a riscoprire il romanzo attraverso visite guidate, rappresentazioni teatrali e in costume per le vie del paese.
È inoltre possibile visitare il Museo storico di Carlo Levi e la casa in cui lo scrittore visse gli anni del confino. Molto interessante è inoltre il Museo civico della civiltà contadina, che permette al visitatore di tuffarsi in un passato che appare antichissimo ma che non è poi così lontano.
Fattucchiere, magiare, malocchi e folletti dispettosi (chiamati “monachicchi”) si aggirano per le strade silenziose di Aliano, tanto che in passato le facciate delle case riprendevano la forma dei volti umani per proteggere gli abitanti dagli spiriti maligni. Di queste case oggi è rimasta solo quella conosciuta come “La casa del malocchio”.
Se visitate Aliano poi, non potete non fare tappa a Craco, una città fantasma che si può visitare su prenotazione e con l’ausilio di una guida. Vi inerpicherete sui ripidi gradini, tra viottoli abbandonati e case silenziose per raggiungere il relitto della chiesa, il palazzo signorile e l’antica torre da cui si gode di un panorama unico sull’arida pianura lucana con i suoi splendidi Calanchi: un’emozione che toglie il fiato.
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Aliano si trova nella zona dei Calanchi, spettacolari pinnacoli naturali di argilla che si ergono di fronte all’osservatore. Alcuni hanno paragonato questi luoghi all’Arizona, per la presenza di dune, canyon e per il colore ocra della terra che si mischia al verde della prateria.
Ed è in questa zona della Basilicata che è possibile ammirare il volo del capovaccaio, avvoltoio sacro agli antichi egizi e oggi molto raro nella nostra penisola, ma non in questo incontaminato angolo di Basilicata.
A pochi chilometri dal Parco Nazionale del Pollino si trova quest'incantevole borgo della Basilicata che ai suoi visitatori offre un panorama unico sulla vallata e una storia da raccontare. È uno di quei racconti tristi, che gli abitanti narrano mentre con lo sguardo osservano l'antico castello che ancora oggi domina Valsinni.
Nel 1520 in questo luogo nacque Isabella Morra, poetessa e donna di grande sensibilità. La sventurata venne barbaramente assassinata dai fratelli, signori di Valsinni a soli venticinque anni, per una presunta relazione clandestina con il poeta e barone spagnolo Diego Sandoval de Castro, signore del vicino feudo di Bollita e marito della baronessa Antonia Caracciolo.
La morte della giovane poetessa non è stata dimenticata dagli abitanti di Valsinni che in suo onore hanno fondato un Parco Letterario.
Ma Valsinni non è solo questo, il borgo è un suggestivo intrico di vicoli e stradine, in cui spicca la chiesa Madre dedicata all'Assunta e palazzo Mauri, che al suo interno contiene un antico mulino. Anche per questo Valsinni fa parte dei comuni Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, attestato che premia le piccole località dell'entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità.
Se amate la poesia e il romanticismo, allora Valsinni è il paese giusto da visitare. Il Parco letterario Isabella Morra ripercorre infatti la triste storia della poetessa, grazie ad attori in costume e menestrelli che ne recitano i versi, facendo rivivere la drammatica vicenda di questa ragazza.
È un autentico tuffo nel passato tra poesia, musica e sapori autentici. Non può inoltre mancare una visita al castello (con guida), a palazzo Mauri e alla chiesa Madre che custodisce un prezioso crocifisso ligneo del XV secolo.
Probabilmente il rapporto tra Isabella e Diego fu solo di tipo epistolare, tra due anime sensibili che finalmente si erano ritrovate unite in un mondo brutale. Per questo la storia di Isabella è diversa da tante altre storie di barbarie legate ad un incomprensibile senso dell'onore, e per questo il fantasma della poetessa non ha mai trovato pace ma continua a vagare tra le mura di quel castello in cui è stata pugnalata a morte.
Ancora oggi sono in molti quelli che dicono di averla incontrata, a piedi nudi e con un lungo abito bianco, mentre malinconicamente ammira dall'alto delle mura lo splendido panorama sulla valle già cantato nelle sue poesie.
Vedere Valsinni non significa solo intraprendere un viaggio tra poesia, cultura e mistero. Come ogni paese della Basilicata, anche questo borgo ha ricette deliziose e cibo di gran qualità.
Il principe della tavola è il peperone Igp di Senise (località a pochi chilometri da Valsinni) che viene gustato essiccato per dare vita ai tradizionali "puparuli cruschi": si tratta di peperoni secchi e croccanti che possono venir gustati crudi o cucinati con strascinati, cacioricotta grattugiato e mollica di pane per creare uno dei piatti tipici della tradizione lucana.
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Visitare Campomaggiore Vecchio significa toccare con mano ciò che resta del sogno infranto del conte Teodoro Rendina: il sogno di un'utopia che ha dovuto fare i conti con la realtà. È una storia nascosta all'ombra delle Dolomiti Lucane, tra i resti silenziosi di antichi palazzi, campanili e umili case contadine.
Campomaggiore non è solo una città fantasma della Basilicata ma è una storia raccontata dalle sue rovine che parlano al visitatore che si aggira tra le mura silenziose. Passeggiando tra i resti del paese vedrete il palazzo Patronale che si erge orgoglioso su quella che un tempo era la piazza dell'antico borgo. Di fronte ad esso si staglia il campanile della chiesa, abbracciato dalla vegetazione che ha trovato ospitalità tra le mura diroccate.
La storia di Campomaggiore è una di quelle che vale la pena raccontare e così ogni estate nel suggestivo scenario della città fantasma si riuniscono attori ed acrobati per ricordare il sogno di Teodoro Rendina che volle trasformare Campomaggiore, all'epoca un piccolo paese all'ombra delle Dolomiti Lucane, in quella che viene ricordata come "La città dell'Utopia".
La storia di Campomaggiore ha tutti gli ingredienti di una fiaba, tranne il lieto fine. C'è un conte ricco e nobile, il conte Teodoro Rendina che, dopo aver viaggiato in Europa studiando le teorie utopistiche di Robert Owen e Charles Fourier decide di creare un paese diverso da tutti gli altri: un paese dove non esista la povertà. Sceglie di attuare il suo progetto in Basilicata, in un piccolo paese di contadini: Campomaggiore.
É il 1743 quando costruisce il palazzo patronale di Campomaggiore (sotto) la chiesa e le case dei contadini. Le abitazioni vengono costruite seguendo criteri urbanistici innovativi che permettano agli abitanti di muoversi agevolmente e di avere a disposizione spazio sufficiente per vivere in condizioni igieniche ottimali.
Il conte Rendina inoltre stabilisce delle norme che regolino la vita del paese: ogni contadino, ad esempio, deve avere a disposizione un'abitazione con un piccolo apprezzamento di terra che gli permetta di vivere; ogni contadino deve avere legname sufficiente per scaldarsi con l'obbligo di piantare tre alberi da frutto per ogni fusto abbattuto. L'idea è buona è pare funzionare, Campomaggiore cresce e arriva a contare 1524 abitanti nel 1885.
Il conte non ha fatto però i conti con i capricci della natura, così, in quello stesso anno il paese viene raso al suolo da una tremenda frana. I contadini per fortuna riescono a mettersi in salvo ma Campomaggiore è ormai ridotto a un cumulo di macerie.
I cittadini del paese distrutto provano a ricostruire le loro case ma il terreno su cui il conte Rendina ha costruito il suo sogno è soggetto a continui smottamenti che rendono vano ogni tentativo, lasciando ai posteri un paese fantasma, testimonianza concreta di un’utopia infranta.
Probabilmente la storia del conte Rendina non è una di quelle a lieto fine, ma è anche grazie a quella frana che oggi chi visita Campomaggiore può passeggiare in una città fantasma affascinante e suggestiva. L'edificio più spettacolare è il Palazzo Patronale, che si affaccia su quella che un tempo era la Piazza dei Voti, così chiamata per ricordare il giorno in cui i primi coloni si riunirono per scegliere di seguire il conte nella sua idea. Di fronte al palazzo si ergono i resti della chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo. Intorno sono ancora visibili le mura delle antiche case contadine.
A circa tre chilometri da Campomaggiore Vecchio si può visitare il Casino della Contessa, residenza estiva dei Rendina.
É in questo magnifico scenario che nei fine settimana di agosto va in scena "La città dell'Utopia", spettacolo teatrale che tra luci, effetti speciali e danze aeree racconta la storia del conte Teodoro Rendina e del suo sogno infranto.
Campomaggiore si trova nel Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, un’area verde che si estende per 27.027 ettari, nella zona centrale della Basilicata.
Attrezzato per escursioni, orienteeering e visite guidate alla scoperta di flora e fauna, il parco è metà imprescindibile per gli appassionati di bouldering d’Italia, grazie alla qualità della roccia e alla grande varietà di passaggi arrampicabili.
Morbide spiagge di sabbia dorata che oltre mille anni fa furono percorse dagli antichi greci per fondare una della “polis” più floride della Magna Grecia: questa è Metaponto. Mare e cultura si fondono in questa piccola località che si affaccia sul mare Ionio e sorge tra i due fiumi della Basilicata Bradano e Basento. Nonostante oggi sia una accogliente località di villeggiatura, Metaponto merita il suo posto nella storia.
Nel corso dei secoli ha dato ospitalità al filosofo greco Pitagora, che vi fondò una delle sue scuole; è stata rifugio per Annibale e i suoi uomini; ha visto combattere Spartaco contro i romani e, secondo la leggenda, pare sia stata fondata dall’eroe greco Nestore, di ritorno dalla guerra di Troia.
Di questo ricco passato restano oggi le vestigia dello splendido Tempio di Hera o "Tavole Palatine" (foto sotto), l’interessante museo archeologico e la quiete del mare Ionio, che culla il visitatore come un tempo cullò guerrieri stanchi in cerca di fortuna.
Chiudiamo il nostro racconto con una curiosità per gli amanti del cinema: a pochi chilometri da Metaponto sorge la villa del regista Francis Ford Coppola. È lì infatti che la figlia Sofia ha sposato Thomas Mars, cantante dei Phoenix (se siete interessati all'argomento, date un'occhiata al nostro articolo sul cinema in Basilicata).
La spiaggia di Metaponto è sabbiosa e il mare non è molto profondo, bisogna camminare un bel po’ prima che il livello dell’acqua cresca. Per questo Metaponto è la meta ideale per i più piccoli che tra un bagno e l’altro possono giocare sulla morbida sabbia.
Il paese offre ospitalità con più di venti tra campeggi e villaggi turistici, una decina di alberghi e numerosi lidi che affiancano le spiagge libere. Le spiagge di norma non sono molto affollate, per questo consigliamo Metaponto a chi desidera rilassarsi e fuggire dai ritmi frenetici della vita in città.
LEGGI ANCHE IL NOSTRO ITINERARIO ALLA SCOPERTA DELLE COSTA IONICA IN BASILICATA!
Come vi abbiamo raccontato, Metaponto ha giocato un ruolo chiave nella storia antica del sud Italia, per questo prima di lasciare questa città della Basilicata non potete fare a meno di visitare due luoghi: le Tavole Palatine (i resti del Tempio di Hera) che sorgono all’interno di un suggestivo parco archeologico a pochi chilometri dal centro abitato e il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto che raccoglie reperti unici del mondo greco e racconta il modo in cui sono stati rinvenuti.
Noi vi consigliamo di vedere le Tavole Palatine al tramonto, per godere del fascino immortale dell’arte greca.
Se vi piacciono gli scivoli e i giochi d’acqua, allora dovete provare l’Acquazzurra Park, un parco acquatico per famiglie a circa nove chilometri dalla spiaggia dove i più piccoli si potranno divertire scivolando da una divertente nave pirata.
La sera invece il cuore di Metaponto è il lungomare, con i numerosi bar e i lidi che organizzano dj set e serate disco. Molto frequentate nella stagione estiva le discoteche a pochi chilometri da Metaponto, nei pressi delle località Ginosa e Castellaneta.
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Foto spiaggia: Rosalba Molaro
Foto Parco Archeologico: Eduardo De Stefano
Non è una delle mete turistiche più note della Basilicata, eppure Potenza può riservare piacevoli sorprese. In questo nostro itinerario vi condurremo per mano per le strade di Potenza, tra i vicoli del centro storico fino alle sorprese nascoste nelle zone meno conosciute della città.
Città di Potenza
Metà giornata per visitare il centro storico o una giornata per un itinerario completo
Tutto l'anno
A chi ama la cultura e la storia
A piedi e in auto per visitare le zone al di fuori del centro storico
L’anima storica di Potenza è la centralissima Via Pretoria che nel gergo potentino è più conosciuta come “Sopra Potenza”, proprio perché collocata su di un colle. L’itinerario che vi suggeriamo la percorrerà per intero portandovi alla scoperta di chiese, palazzi, negozi e piazze.
Si parte da Porta Salza, una delle tre porte rimaste fino ai giorni nostri. La prima sosta è la Chiesa di San Michele Arcangelo, splendido esempio di arte romanica. Al suo interno sono conservate una tela del pittore lucano Pietrafesa: L’Annunciazione e La Madonna del Rosario e Quindici Misteri di Antonio Stabile.
Ripresa via Pretoria si arriva a Piazza Mario Pagano (foto in cima all'articolo), la piazza dei potentini, e sede del grazioso Teatro Stabile e della Chiesa con annesso convento di San Francesco di epoca duecentesca. Dopo aver visitato la chiesa suggeriamo una pausa caffè presso lo storico caffè di Potenza: il Gran Caffè Italia.
Terminata la pausa si riprenda la passeggiata fra i negozi, i palazzi e i caratteristici slarghi di via Pretoria fino ad arrivare alla Cattedrale di San Gerardo del XII° secolo (foto sotto). Di particolare interesse la facciata con portale a due ante di bronzo, la cappella di San Gerardo e la cripta posta in corrispondenza dell’altare maggiore.
Usciti dalla Cattedrale una escursione al Museo Archeologico Nazionale Dinu Adamesteanu, all’interno di Palazzo Loffredo, vi offrirà un quadro generale dell’archeologia dell’intera regione.
Il nostro itinerario nel centro storico termina con la Torre Guevara, testimone della presenza di un castello i cui resti sono stati definitivamente rimossi negli anni ’60, ma non si può lasciare Sopra Potenza senza aver assaggiato le pizzette del signor Lovaglio a Piazza Matteotti nei pressi dell’edicola di San Gerardo, patrono della città.
Se avete ancora tempo vi consigliamo la visita della chiesa di Santa Maria del Sepolcro, nel rione di Santa Maria, e del Ponte Musmeci, realizzato dall’omonimo ingegnere sul finire degli anni 60, la cui struttura non poggia su pilastri ma su onde di cemento che formano una sola volta e 4 archi contigui.
"Carpe diem, quam minimum credula postero"... i versi di Orazio riecheggiano nelle strade di Venosa, la città della Basilicata che nel 65 a.C ha dato i natali al famoso poeta romano. É a pochi passi del paese che riposano i resti dell'antica città romana, mentre, nelle viuzze di Venosa il visitatore può andare alla ricerca di quella che la tradizione considera la casa del celebre poeta latino.
Ma Venosa racconta anche una storia di musica, passione e morte: è quella del principe Gesualdo da Venosa, compositore di madrigali nel XVII secolo, costretto a fuggire dalla città per aver assassinato, in un impeto di follia, l'adultera moglie Maria e il suo amante.
C'è poi la storia dell'Incompiuta, l'abbazia dell'XI secolo che doveva diventare immensa ma oggi non è che misteriose mura e un tetto di stelle. Venosa è una città capace di raccontare storie, magari da ascoltare di fronte a un bicchiere di Aglianico del Vulture, il pregiato rosso della Basilicata che nasce in queste terre.
È per tutti questi motivi che Venosa è entrata a far parte dei "Borghi più belli d'Italia".
La prima destinazione da vedere quando visitate Venosa è il castello di Pirro del Balzo (foto in gallery), del 1470, che si erge imponente al centro del paese e ospita tra le sue mura il Museo Archeologico Nazionale.
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Viaggiando a ritroso nel tempo, a pochi passi da Venosa c'è la bellissima abbazia della Santissima Trinità, al cui interno trovate preziosi affreschi e le spoglie del condottiero normanno Roberto il Guiscardo. A colpire il visitatore però saranno soprattutto i resti di quella che è chiamata "L'Incompiuta", che si ergono nella parte posteriore dell'abbazia.
I lavori, cominciati nel XI secolo avevano lo scopo di completare l'abbazia con un enorme abside e due larghe campate, ma ciò non è mai avvenuto. Oggi il visitatore può passeggiare tra i suggestivi resti di questo sogno mai realizzato.
Altra testimonianza del sacro a Venosa sono le catacombe cristiane del IV secolo e quelle ebraiche del III-IV secolo.
Tornando ancora indietro nel tempo possiamo visitare il Parco Archeologico che testimonia il periodo repubblicano della città e, nascosta tra le viuzze del paese, possiamo scoprire quella che viene considerata per tradizione la casa di Orazio.
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Venosa è tra i comuni della Basilicata che sono patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Questo vino, il cui vitigno cresce sulle pendici e nella valle del vulcano spento del Vulture, ha un colore rubino che tende al granato con riflessi aranciati con l’età.
All'olfatto risultano riconoscibili profumi di mora e prugna selvatica, note di viola e di fragole di bosco, a cui il tempo apporta sentori di liquirizia, cioccolato fondente, pepe nero. In bocca l'Aglianico del Vulture risulta complesso, moderatamente tannico e fresco, con una gradazione alcolica tra i 12,5° e i 13,5°.
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Nei pressi di Venosa è possibile visitare il Sito Palolitico di Notarchirico, uno dei più antichi di Europa, risalente a 600.000 anni fa. La sua importanza è evidenziata dalla scoperta nel 1985 di un femore umano che, attribuibile forse ad un Homo erectus, è uno dei più antichi resti fossili d’Europa.
Il biglietto è cumulativo con quello del Parco archeologico, delle catacombe ebraiche e del Museo archeologico nazionale.
Mare, storia e natura: sono questi i tre ingredienti che rendono Policoro la meta ideale per una vacanza rilassante, per riscoprire il fascino di un nobile passato e lasciarsi sorprendere dalla bellezza di flora e fauna.
Policoro sorge infatti a pochi passi dalle rovine dell’antica Heraklea, importante polis della Magna Grecia. È qui che Pirro combatté l’esercito romano nel 280 a.C.. A testimoniare questo glorioso passato c’è il Museo Archeologico della Sirtide, che custodisce i resti dell’antica città.
Ma non si può andare via da questi luoghi senza aver assaporato le famose fragole di Policoro, frutto saporito che in queste zone trova terreno fertile per crescere rigoglioso. E poi c’è il mare: paesaggio incontaminato, acque cristalline e pulite (Bandiera Blu 2016), tanto che le tartarughe caretta caretta hanno scelto queste spiagge per deporre le loro uova. Possiamo fidarci!
A differenza delle altre spiagge lucane che si affacciano sullo Ionio, la spiaggia di Policoro è fatta da sabbia e piccoli ciottoli. Le acque sono mediamente profonde. Talvolta è possibile avvistare gruppi di delfini che nuotano al largo. Il litorale è fornito di lidi che si alternano a tratti di spiaggia libera. Presenti numerose strutture ricettive che offrono ospitalità a prezzi contenuti.
Policoro sorge a pochi chilometri dalle rovine dell’antica polis greca di Heraklea. In prossimità del parco archeologico è possibile visitare il Museo Archeologico Nazionale della Sirtide che custodisce corredi funerari, armature in bronzo, gioielli in argento, oro e ambra, testimonianza di un glorioso passato. Il museo ha adottato la Carta della qualità dei servizi del MiBACT.
A pochi chilometri dalla città si trova l’oasi WWF Policoro Hearklea, che fa parte della vasta Riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro (500 ettari). È uno degli ultimi boschi allagati costieri del nostro paese ed è una metà imperdibile per gli appassionati di birdwatching.
ll Pantano di Policoro è infatti un'importante area di sosta per numerosi uccelli migratori, di cui ne state censite circa 170 specie, come l'airone bianco maggiore, l'airone cenerino, la spatola. L’oasi offre rifugio anche a moltissime tartarughe marine come la tartaruga caretta caretta. Il parco è aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00, per visite guidate è necessaria la prenotazione.
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Romantica, elegante, incontaminata: alcuni hanno battezzato Maratea la “perla del Tirreno” per la sua bellezza preziosa che fa innamorare al primo sguardo.
Grotte marine, spiagge silenziose e montagne lussureggianti che precipitano in acque trasparenti, Maratea è una delle mete turistiche più visitate in Basilicata e una tappa ideale per chi ama il mare. Chi pratica snorkeling o immersione qui può immergersi in acque limpide (Bandiera Blu 2016) per ammirare la ricca vegetazione dei fondali.
Il borgo di Maratea ha le bellezza tipica dei piccoli centri mediterranei, con le case di colore bianco e le viuzze che si perdono in romantiche piazzette. Le coppie non possono lasciare Maratea senza aver cenato a lume di candela in uno dei rinomati ristoranti del porto, al chiaro di luna e cullati dalla brezza del vento.
Su tutto domina l’enorme statua del Cristo Redentore (seconda per grandezza solo a quella di Rio de Janeiro), alta ventuno metri e costruita sulla cima del monte San Biagio. Da lì si può ammirare la costiera di Maratea in tutto il suo splendore. Vi assicuriamo che ne vale la pena.
Se siete curiosi e amate il mare a Maratea potete divertirvi a cambiare spiaggia ogni giorno. Sono moltissime, ognuna diversa per caratteristiche e panorama, alcune sono raggiungibili solo via mare.
Tra tutte vi consigliamo di visitare la spiaggia di cala Jannita, meglio conosciuta come “La spiaggia nera”, per via della sua sabbia dal caratteristico colore scuro; la spiaggia di Macarro invece è una delle più conosciute e frequentate, dove il blu del mare si fonde con il grigio della sabbia e il verde della vegetazione; c’è poi la la spiaggia della secca di Castrocucco (sotto), dove gli scogli hanno creato un’incantevole piscina naturale o la spiaggia di A’Gnola, sabbiosa ed estesa.
Gli appassionati di immersione e snorkeling a Maratea possono ammirare fondali ricchi di flora e fauna, oltre ad importanti reperti di età ellenistico-romana. Imperdibili le visite alle grotte marine della zona. A pochi chilometri da Maratea inoltre si trova la bellissima isola di Dino, un isolotto ricco di vegetazione che ospita nelle sue acque due grotte: la Grotta Azzurra e la Grotta del Leone.
Se siete appassionati di natura ma non ve la sentite di immergervi potrete scegliere tra numerosi itinerari di visita in barca.
Se avete voglia di fare una passeggiata non dimenticate di far visita alla bellissima Grotta delle Meraviglie, che si trova a Marina di Maratea e si percorre a piedi.
Maratea è conosciuta anche come “La città delle 44 chiese” grazie alle numerose chiesette, eremi, edicole e monasteri sparsi nella città e in buona parte del territorio circostante. Particolarmente interessanti sono la Chiesa dell’Immacolata, ornata con preziosi affreschi, la Chiesa di Santa Maria Maggiore e la Chiesa della Madonna degli Ulivi.
Una visita a parte merita la statua di Cristo Redentore, di cui abbiamo parlato nella presentazione. È raggiungibile in auto, ma l’ultimo tratto va percorso con le navette che collegano il monumento con il parcheggio. Gli amanti dell’arte potranno perdersi tra le opere esposte nei vicoli del paese che nei mesi estivi si riempiono di mostre temporanee e gallerie all’aperto dal fascino bohémien.