idee e itinerari turistici per scoprire la Basilicata

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Martedì, 18 Agosto 2015 17:47

Cosa vedere ad Acerenza

Bellezza e mistero sono i termini più appropriati per descrivere questo piccolo paese della Basilicata. La bellezza è quella di un borgo arrampicato su una montagna (833 metri s.l.m.) con le alte mura che incontrano lo sguardo dello spettatore insieme all’imponente cattedrale che svetta tra le viuzze antiche del centro storico. Non è un caso che Acerenza sia entrata nella classifica dei Borghi più belli d’Italia!

GLI AFFASCINANTI MISTERI DELLA CATTEDRALE DI ACERENZA

In questo scenario da cartolina però si celano suggestivi misteri. Acerenza è stata nei secoli terra di passaggio dei crociati che si recavano in Terrasanta e c’è persino chi sostiene che il fondatore dell’Ordine dei Templari, Ugo dei pagani sia nato proprio in Basilicata, in un paese posto a pochi chilometri da Acerenza.
A conferma di questa tesi gli storici hanno individuato in alcune misteriose sculture che adornano la Cattedrale simboli cari agli appartenenti all’Ordine.

Che dire poi di quella finestrella nella cripta della Cattedrale che secondo alcuni pare custodisca niente meno che il Sacro Graal? È uno dei misteri di Acerenza, e non è l’unico.
Alcuni studiosi sostengono che nella Cattedrale riposino i resti della figlia del conte Vlad III di Valacchia, meglio noto come il conte Dracula

Panorama di Acerenza


TRE BUONI MOTIVI  PER VISITARE ACERENZA


1. LA MONUMENTALE CATTEDRALE

Può sembrare strano scoprire una chiesa così grande in un paese piccolo come Acerenza (meno di 3.000 abitanti) ma la Cattedrale di Acerenza non è che una testimonianza del passato glorioso di questo comune.

Edificata tra l’XI e il XIII sui resti di un tempio romano dedicato ad Ercole Acheruntino, conserva intatta una sacralità ancestrale, quasi magica. Di particolare pregio è il portale d’ingresso, decorato da figure di animali ed esseri umani avvinghiati tra loro, mentre all’interno sono custodite opere del pittore lucano del XVI secolo Antone Stabile e affreschi dell’artista rinascimentale Giovanni Todisco che decorano la cripta, anch’essa in stile rinascimentale.

Acerenza, cattedrale, interno


2. LE TRACCE DEI CAVALIERI TEMPLARI

Passeggiando di sera per gli stretti vicoli del borgo è facile immaginare antichi guerrieri percorrere furtivi queste strade, nascondendo tesori di incommensurabile valore.

Acerenza nasce infatti nel  secolo come insediamento militare normanno contro gli arabi, un punto di partenza e di arrivo per molti cavalieri della Terrasanta. Sono molti del resto i riferimenti all’Ordine dei Templari che si possono trovare nelle strutture più antiche della città.  


3. IL MISTERO DEL DRAGO ALATO

Più controversa è la storia che riguarda la sepoltura della figlia del conte Vlad, Maria Balsa. La scoperta è recente e prende avvio dall’aver individuato il simbolo dei Vlad (un drago alato) impresso sulle mura della Cattedrale di Acerenza.

Acerenza, cattedrale, fregio drago

Lo stesso nome “Balsa” secondo alcuni deriva da “Balcana” (proveniente dai Balcani) e in molti hanno trovato nella cattedrale simboli che rimandano alla famiglia Vlad e alla Romania.

Che sia verità o leggenda non è dato saperlo, ciò che conta è che sia una bella storia che aggiunge fascino a questo bellissimo paese.

 
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Published in Acerenza
Martedì, 18 Agosto 2015 17:44

Cosa vedere a Melfi

Ciò che colpisce quando ci si avvicina a Melfi per la prima volta è il castello che si erge maestoso su una verde collina, con le mura che scendono lungo i fianchi e si perdono in un intrico di case dai tetti scarlatti.

IL REGNO DI FEDERICO II

Se siete appassionati di storia e giungete in Basilicata, non potete andare via prima di aver visto Melfi, roccaforte di Federico II di Svevia, sovrano illuminato e misterioso.
È da Melfi che l’imperatore promulga nel 1231 le “Costituzioni melfitane”, norme che per la prima volta riconoscevano alle donne diritti sconosciuti all’epoca ed è nei boschi intorno a Melfi che il sovrano amava cacciare con il falcone.

Ma Melfi non è solo storia, a due passi dal paese potete trascorrere una giornata di relax nei prati che circondano i laghi di Monticchio, due bellissimi specchi d’acqua di origine vulcanica; è sulle montagne della zona che nasce l’Aglianico del Vulture, vino DOC annoverato tra i più grandi vini rossi d’Italia. Che dite? Vi abbiamo convinto?

Scorcio di Melfi e del castello


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE MELFI


1. LA FIGURA DI FEDERICO II

Se visitate Melfi non potete non vedere il castello, imponente struttura di origine normanna (fine XI secolo) che al suo interno ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese che custodisce preziosi reperti del VII-III secolo a.C. oltre allo splendido Sarcofago di Rapolla, opera della seconda metà del II secolo, proveniente dall’Asia Minore.

Bellissima inoltre la Cattedrale risalente al 1056 e la cripta di santa Margherita, chiesa rupestre che al suo interno reca affreschi perfettamente conservati, tra cui spicca il “monito dei morti” in cui pare sia rappresentato Federico II in abiti da falconiere.

Melfi, Cripta di Santa Margherita

Se vi interessa la storia di Federico II vi consigliamo di far visita anche al castello di Lagopesole, uno splendido maniero su di una collina, situato a pochi chilometri da Melfi.

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2.  I LAGHI DI MONTICCHIO 

A pochi chilometri  da Melfi trovate i laghi di Monticchio, due specchi d’acqua di origine vulcanica che si stendono ai piedi del monte Vulture, i cui boschi ospitano la Acanthobrahmaeaeuropaea, splendida falena che vive solo in questi luoghi.

Sulle placide acque del lato si staglia l’abbazia di San Michele, che oggi ospita il museo di Storia Naturale del Vulture.

Laghi di Monticchio, Melfi


3. L' AGLIANICO DEL VULTURE

Questi luoghi sono la patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Questo vino, il cui vitigno cresce sulle pendici e nella valle del vulcano spento del Vulture, ha un colore rubino che tende al granato con riflessi aranciati con l’età.

All'olfatto risultano riconoscibili profumi di mora e prugna selvatica, note di viola e di fragole di bosco, a cui il tempo apporta sentori di liquirizia, cioccolato fondente, pepe nero. In bocca l'Aglianico del Vulture risulta complesso, moderatamente tannico e fresco, con una gradazione alcolica tra i 12,5° e i 13,5°.

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Published in Melfi
Martedì, 18 Agosto 2015 17:42

Cosa vedere a Matera

Capitale Europea della Cultura 2019 è sicuramente la città lucana che i turisti conoscono meglio, grazie ai celebri Sassi riconosciuti nel 1993 Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO (primo sito dell'Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento).

UN PAESAGGIO UNICO AL MONDO

Un centro storico antichissimo che conduce il visitatore in un intricato labirinto di stradine, case e chiese scavate e costruite nel tufo fino a creare un ambiente unico al mondo, misterioso e romantico.

Un paesaggio unico che fa innamorare il visitatore al primo sguardo e che ha fatto innamorare registi come Pierpaolo Pasolini che vi ha girato nel 1964 "Il Vangelo secondo Matteo" o Mel Gibson che ha scelto Matera per ambientare nel 2004 il suo colossal "La Passione di Cristo" (se ti interessa l'argomento, leggi il nostro articolo sul cinema in Basilicata).

Che altro dire? Se volete vedere la Basilicata è da Matera che dovete cominciare!

Sassi di Matera


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE MATERA


1. LE CHIESE NATE NELLA PIETRA

I Sassi costituiscono un ottimo esempio del connubio tra uomo e natura, vi consigliamo di visitare la casa Noha, abitazione scavata nel tufo, patrimonio del FAI e la chiesa rupestre della Madonna dell’Idris, che sembra venir fuori dalla roccia, come propaggine della montagna.

Vi consigliamo inoltre una visita al Museo laboratorio della Civiltà contadina e alla splendida Cripta del Peccato originale, una chiesa rupestre che al suo interno reca affreschi risalenti al IX secolo d.C.

Matera, Cripta del Peccato Originale


2. LA CUCINA LUCANA

Un viaggio a Matera può diventare una buona occasione per gustare l’ottima cucina lucana. In uno dei ristoranti ricavati nel fresco dei Sassi potrete gustare piatti tipici come la "crapiata", a base di legumi, o magari assaggiare i famosi "peperoni cruschi" lucani o assaporare la carne delle mucche Podoliche, che vivono allo stato brado lungo i pendii murgiani.

prodotti tipici della Basilicata


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3. GLI EVENTI DA NON PERDERE

Imperdibile la festa della Madonna della Bruna, che si celebra il 2 luglio a Matera da oltre 600 anni, in onore della protettrice della città. Spettacolare il momento dello "strazzo", quando i partecipanti alla festa assaltano il tradizionale carro trionfale che percorre le vie della città per farlo letteralmente a pezzi e portarne a casa un pezzo come segno beneagurante.

A Natale poi tra i Sassi di Matera riecheggiano le atmosfere della Palestina dell'anno zero, grazie all'allestimento di uno dei presepi viventi più importanti d'Italia.

 

CREDIT PHOTO:
Eduardo de Stefano (Cripta del Peccato Originale) e APT Basilicata

 

Published in Matera
Martedì, 18 Agosto 2015 15:54

Cosa vedere a Potenza

Situato a 819 m.s.l.d.m. Potenza è il capoluogo di regione più alto di Italia. Situata nel cuore della Basilicata, Potenza conserva l'orgogliosa purezza delle città dell'entroterra che si ricoprono di neve in inverno e godono della brezza fresca nelle sere d'estate.
 

SI CHIAMA VIA PRETORIA, MA PER I POTENTINI È "SOPRA POTENZA"

Centro nevralgico della città di Potenza è via Pretoria, la strada dello shopping e della movida del sabato sera. Probabilmente un potentino non vi darà mai un appuntamento in "via Pretoria" ma vi dirà: "Ci vediamo sopra Potenza", o più semplicemente "Ci vediamo sopra", visto che la strada sorge nel punto più alto della città.

Gli amanti della cultura visitando il centro storico non potranno fare a meno di apprezzare lo splendido teatro intitolato al musicista lucano Francesco Stabile, situato in piazza Mario Pagano e il Museo archeologico nazionale della Basilicata, ospitato nell'antico palazzo Loffredo.

Fuori dalle mura cittadine è possibile ammirare uno dei simboli della città: il celebre ponte Musmeci, capolavoro architettonico progettato negli anni Settanta dall'ingegnere romano Sergio Musmeci.

Potenza, piazza Prefettura


 TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE POTENZA


1. UN CAPOLUOGO RICCO DI CULTURA

Passeggiando per le vie del centro storico, vi consigliamo di fare visita al Museo archeologico nazionale della Basilicata e la Cattedrale di San Gerardo (foto sotto), santo patrono della città, celebrato il 30 maggio con la spettacolare "Sfilata dei turchi". Sempre in centro potete visitare la chiesa di S. Francesco e vedere l’antica Torre Guevara.

Fuori dalle mura cittadine invece meritano una visita il già citato ponte Musmeci e i mosaici della villa romana di Malvaccaro.

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La Cattedrale di San Gerardo, nel centro storico di Potenza


2. LA CUCINA LUCANA

A Potenza potete trovare ottimi ristoranti e caratteristiche trattorie per gustare i piatti tipici della Basilicata. Vi consigliamo di assaggiare gli "strascinati mollicati con i puparuli cruschi", piatto a base di pasta fatta in casa, peperoni secchi e molliche di pane. È uno dei piatti più gustosi della regione, non potete lasciare la Basilicata prima di averlo provato!

Altra pietanza che trae origine dalla tradizione contadina è la "ciambotta", piatto a base di melanzane, patate e peperoni o il baccalà alla potentina, servito con uva passa.


3. LE PASSEGGIATE IN MONTAGNA

Se amate lo sci, a circa trenta chilometri da Potenza trovate il comprensorio sciistico Sellata-Arioso (foto sotto), che comprende le località di Abriola e Sasso di Castalda.

Il comprensorio si trova nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino lucano ed è dotato di dieci piste per un totale di otto chilometri che spaziano dai 1350 metri della Sellata fino ai 1740 m del Monte Pierfaone e ai 1710 m del Monte Arioso, da cui si gode di uno splendido panorama sulle montane circostanti. Le piste sono attrezzate con impianti di risalita e sono circondate di rigogliosi boschi di faggio, caratteristici di questa zona della Basilicata.

Con gli sci sul monte Arioso (Fonte foto: www.lucaninatura.it)


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CREDIT PHOTO
Foto ponte Musmeci: Veronica Summa (CC BY-SA 4.0)

Foto statua San Gerardo: Robespierre (CC BY-SA 3.0)
Foto monte Arioso: www.lucaninatura.it 

Published in Potenza
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