idee e itinerari turistici per scoprire la Basilicata

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L’area dei laghi di Monticchio è situata alle pendici dell’antico vulcano del monte Vulture, che i suoi abitanti chiamano "La montagna". La zona, caratterizzata da una natura selvaggia ed incontaminata, è ricca di boschi e fonti di acqua minerale.

Laghi di Monticchio

Immergersi nella natura...

Diversi sentieri vi condurranno a vivere l’esperienza del silenzio e della contemplazione, unite all'emozione della scoperta. Potrete passeggiare alla ricerca delle fonti nascoste nei boschi, per gustare direttamente dal palmo delle mani la fresca acqua sorgiva e riconoscere le numerose erbe selvatiche da utilizzare per la cura della propria persona. Scoprire il Vulture significa immergersi  in un territorio ricco di bellezze naturali ancora incontaminate.

Al termine della passeggiata potrete noleggiare un pedalò per lasciarvi cullare dalle acque del lago, vedere da vicino le ninfee e godere delle diverse sfumature del lago, le cui acque hanno la temperatura più elevata dei laghi d’Italia.

...tra cultura e storia

Oltre ad ammirare le bellezze naturali del luogo, ai laghi di Monticchio c'è spazio anche per cultura e storia.

Passeggiando intorno ai laghi infatti ci si potrà stupire di fronte alla bellezza dei ruderi dell’Abbazia di Sant’Ippolito e ancora di più nel vedere l’immagine riflessa della Badia di San Michele Arcangelo nel Lago piccolo.

Ancora oggi essa "Appare come uno squarcio di candore abbagliante tra gli alberi del bosco e racconta antiche vicende di uomini, momenti tristi e lieti di una storia secolare.”

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Laghi di Monticchio

La sua storia cominciò nel X sec con l’arrivo dei monaci Basiliani nell’area del Vulture e poi diventò meta di altri ordini monastici, di papi ed imperatori. L’abbazia, del VIII secolo d.c, è costituita da un convento a più piani, una chiesa settecentesca e la cappella di San Michele.

Nei primi due piani dell’abbazia è stato allestito un interattivo e prezioso “Museo di Storia Naturale del Vulture” dove si potrà vivere il percorso di sviluppo della flora e fauna della zona.

Uscendo dall’Abbazia si potrà anche partecipare ad una visita delle Grotte del brigante Crocco, ubicate in una zona più alta da cui sarà possibile affacciarsi sul belvedere per ammirare le due “gemme” di origine vulcanica.

Se avete altre curiosità potete rivolgervi agli amici dell’associazione culturale "La Tenda del Bivacco". Vi daranno tutte le informazioni per visitare i laghi di Monticchio.

Potete rivolgervi a loro anche per ammirare, presso il “Centro per la Conservazione della Natura in Basilicata” i volatili della zona e fotografare i famosi rapaci del Gruppo Falconieri “De arte venandi” di Melfi.

INFO
www.latendadelbivacco.com

 

 

Published in 2016
Lunedì, 13 Febbraio 2017 15:45

Tour ai laghi di Monticchio, tra natura e cultura

Due incantevoli laghi nati nei crateri di antichi vulcani, una natura serena e verdeggiante. Percorrere i sentieri che circondano i laghi significa passeggiare accompagnati dal canto degli uccelli, osservando la brezza che culla i cigni che si posano sulle acque del lago.  

Se invece preferite l'avventura, potete ripercorrere i sentieri dei briganti per giungere alle grotte dove Carmine Crocco si nascondeva con la sua banda. E poi c'è lei: la bianca abbazia, che dal folto del bosco fa capolino per affacciarsi sul lago, come un antico ed elegante guardiano.

Scegliere il tour dei laghi di Monticchio significa lasciare il ritmo frenetico della città per scoprire le meraviglie del monte Vulture, magari gustando un calice di vino Aglianico.

Il lago di Monticchio

Itinerario

Laghi di Monticchio

Durata

2 notti

Hotel Borgo Villa Maria 


Cosa è compreso nell'offerta

  • Soggiorno presso Hotel Villa Maria
  • Colazione
  • Sconto del 20% sulla cena in hotel
  • Ingresso parco dei rapaci a Melfi

Prezzo

  • Camera doppia a partire da € 45,00 per persona (due notti)
  • Camera quadrupla a partire da € 30,00 per persona (due notti)

All'itinerario si possono aggiungere le seguenti escursioni

  • Itinerario laghi e abbazia (tempo di percorrenza: 2/3 ore)
  • Itinerario Grotte di Crocco e sorgenti (tempo di percorrenza: 3/5 ore)

Le escursioni sono organizzate dall'Associazione culturale "La tenda del bivacco"

Cosa NON è compreso nell'offerta

  • Eventuali tasse di soggiorno
  • Mance

 

Laghi di Monticchio


I NOSTRI ITINERARI SONO PERSONALIZZABILI IN BASE ALLE ESIGENZE DEI VIAGGIATORI. CONTATTATECI, SAREMO FELICI DI CREARE ITINERARI SPECIFICI PER VOI!


 

Laghi di Monticchio, Abbazia

Per Info e prenotazioni

Mobile:
328.8070544

E-Mail:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Altre info su:
www.basilicatadavedere.com

tour Basilicata

Lunedì, 14 Novembre 2016 14:19

What to see in Melfi

Ciò che colpisce quando ci si avvicina a Melfi per la prima volta è il castello che si erge maestoso su una verde collina, con le mura che scendono lungo i fianchi e si perdono in un intrico di case dai tetti scarlatti.

IL REGNO DI FEDERICO II

Se siete appassionati di storia e giungete in Basilicata, non potete andare via prima di aver visto Melfi, roccaforte di Federico II di Svevia, sovrano illuminato e misterioso.
È da Melfi che l’imperatore promulga nel 1231 le “Costituzioni melfitane”, norme che per la prima volta riconoscevano alle donne diritti sconosciuti all’epoca ed è nei boschi intorno a Melfi che il sovrano amava cacciare con il falcone.

Ma Melfi non è solo storia, a due passi dal paese potete trascorrere una giornata di relax nei prati che circondano i laghi di Monticchio, due bellissimi specchi d’acqua di origine vulcanica; è sulle montagne della zona che nasce l’Aglianico del Vulture, vino DOC annoverato tra i più grandi vini rossi d’Italia. Che dite? Vi abbiamo convinto?

Scorcio di Melfi e del castello

TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE MELFI


1. LA FIGURA DI FEDERICO II

Se visitate Melfi non potete non vedere il castello, imponente struttura di origine normanna (fine XI secolo) che al suo interno ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese che custodisce preziosi reperti del VII-III secolo a.C. oltre allo splendido Sarcofago di Rapolla, opera della seconda metà del II secolo, proveniente dall’Asia Minore.

Bellissima inoltre la Cattedrale risalente al 1056 e la cripta di santa Margherita, chiesa rupestre che al suo interno reca affreschi perfettamente conservati, tra cui spicca il “monito dei morti” in cui pare sia rappresentato Federico II in abiti da falconiere.

Melfi, Cripta di Santa Margherita

Se vi interessa la storia di Federico II vi consigliamo di far visita anche al castello di Lagopesole, uno splendido maniero su di una collina, situato a pochi chilometri da Melfi.

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2.  I LAGHI DI MONTICCHIO 

A pochi chilometri  da Melfi trovate i laghi di Monticchio, due specchi d’acqua di origine vulcanica che si stendono ai piedi del monte Vulture, i cui boschi ospitano la Acanthobrahmaeaeuropaea, splendida falena che vive solo in questi luoghi.

Sulle placide acque del lato si staglia l’abbazia di San Michele, che oggi ospita il museo di Storia Naturale del Vulture.

Laghi di Monticchio, Melfi


3. L' AGLIANICO DEL VULTURE

Questi luoghi sono la patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Questo vino, il cui vitigno cresce sulle pendici e nella valle del vulcano spento del Vulture, ha un colore rubino che tende al granato con riflessi aranciati con l’età.

All'olfatto risultano riconoscibili profumi di mora e prugna selvatica, note di viola e di fragole di bosco, a cui il tempo apporta sentori di liquirizia, cioccolato fondente, pepe nero. In bocca l'Aglianico del Vulture risulta complesso, moderatamente tannico e fresco, con una gradazione alcolica tra i 12,5° e i 13,5°.

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Published in Melfi EN
Lunedì, 14 Novembre 2016 14:18

What to see in Campomaggiore

Visitare Campomaggiore Vecchio significa toccare con mano ciò che resta del sogno infranto del conte Teodoro Rendina: il sogno di un'utopia che ha dovuto fare i conti con la realtà. È una storia nascosta all'ombra delle Dolomiti Lucane, tra i resti silenziosi di antichi palazzi, campanili e umili case contadine.

IL SOGNO INFRANTO DEL CONTE RENDINA

Campomaggiore non è solo una città fantasma della Basilicata ma è una storia raccontata dalle sue rovine che parlano al visitatore che si aggira tra le mura silenziose. Passeggiando tra i resti del paese vedrete il palazzo Patronale che si erge orgoglioso su quella che un tempo era la piazza dell'antico borgo. Di fronte ad esso si staglia il campanile della chiesa, abbracciato dalla vegetazione che ha trovato ospitalità tra le mura diroccate.

La storia di Campomaggiore è una di quelle che vale la pena raccontare e così ogni estate nel suggestivo scenario della città fantasma si riuniscono attori ed acrobati per ricordare il sogno di Teodoro Rendina che volle trasformare Campomaggiore, all'epoca un piccolo paese all'ombra delle Dolomiti Lucane, in quella che viene ricordata come "La città dell'Utopia".   

Chiesa della Madonna del Carmelo a Campomaggiore 

TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE CAMPOMAGGIORE


1. UNA STORIA AFFASCINANTE

 La storia di Campomaggiore ha tutti gli ingredienti di una fiaba, tranne il lieto fine. C'è un conte ricco e nobile, il conte Teodoro Rendina che, dopo aver viaggiato in Europa studiando le teorie utopistiche di Robert Owen e Charles Fourier decide di creare un paese diverso da tutti gli altri: un paese dove non esista la povertà. Sceglie di attuare il suo progetto in Basilicata, in un piccolo paese di contadini: Campomaggiore.

É il 1743 quando costruisce il palazzo patronale di Campomaggiore (sotto)  la chiesa e le case dei contadini. Le abitazioni vengono costruite seguendo criteri urbanistici innovativi che permettano agli abitanti di muoversi agevolmente e di avere a disposizione spazio sufficiente per vivere in condizioni igieniche ottimali.

Il palazzo patronale di Campomaggiore

Il conte Rendina inoltre stabilisce delle norme che regolino la vita del paese: ogni contadino, ad esempio, deve avere a disposizione un'abitazione con un piccolo apprezzamento di terra che gli permetta di vivere; ogni contadino deve avere legname sufficiente per scaldarsi con l'obbligo di piantare tre alberi da frutto per ogni fusto abbattuto. L'idea è buona è pare funzionare, Campomaggiore cresce e arriva a contare 1524 abitanti nel 1885.

Il conte non ha fatto però i conti con i capricci della natura, così, in quello stesso anno il paese viene raso al suolo da una tremenda frana. I contadini per fortuna riescono a mettersi in salvo ma Campomaggiore è ormai ridotto a un cumulo di macerie.

I cittadini del paese distrutto provano a ricostruire le loro case ma il terreno su cui il conte Rendina ha costruito il suo sogno è soggetto a continui smottamenti che rendono vano ogni tentativo, lasciando ai posteri un paese fantasma, testimonianza concreta di un’utopia infranta.


2. IL PAESE ABBANDONATO
 

Probabilmente la storia del conte Rendina non è una di quelle a lieto fine, ma è anche grazie a quella frana che oggi chi visita Campomaggiore può passeggiare in una città fantasma affascinante e suggestiva. L'edificio più spettacolare è il Palazzo Patronale, che si affaccia su quella che un tempo era la Piazza dei Voti, così chiamata per ricordare il giorno in cui i primi coloni si riunirono per scegliere di seguire il conte nella sua idea. Di fronte al palazzo si ergono i resti della chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo. Intorno sono ancora visibili le mura delle antiche case contadine.

A circa tre chilometri da Campomaggiore Vecchio si può visitare il Casino della Contessa, residenza estiva dei Rendina.

Il paese fantasma di Campomaggiore

É in questo magnifico scenario che nei fine settimana di agosto va in scena "La città dell'Utopia", spettacolo teatrale che tra luci, effetti speciali e danze aeree racconta la storia del conte Teodoro Rendina e del suo sogno infranto.


3. IL PARCO DELLE DOLOMITI LUCANE

Campomaggiore si trova nel Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, un’area verde che si estende per 27.027 ettari, nella zona centrale della Basilicata.

Attrezzato per escursioni, orienteeering e visite guidate alla scoperta di flora e fauna, il parco è metà imprescindibile per gli appassionati di bouldering d’Italia, grazie alla qualità della roccia e alla grande varietà di passaggi arrampicabili.

Published in Campomaggiore EN
Lunedì, 12 Ottobre 2015 10:46

Cosa vedere a Senise

Il giallo ocra della sabbia e il verde dei boschi si uniscono all'azzurro delle acque per lasciare un ricordo indelebile negli occhi del visitatore che vede per la prima volta Senise. É qui che è stata costruita la diga di Monte Cotugno, una delle più grandi opere in terra battuta d'Europa, che frenando il corso del fiume Sinni crea un lago artificiale di commovente bellezza.

LO SPETTACOLO SULLE ACQUE DEL LAGO

Ed è qui che sorgerà il parco tematico "Magna Grecia. Il mito delle origini", dedicato allo sbarco degli antichi Greci in Basilicata. Si tratta di uno spettacolo maestoso con ricostruzioni storiche e centinaia di attori e comparse che saranno dirette dal celebre regista Emir Kusturica.

Dopo una tappa al lago vi consigliamo di visitare il paese di Senise, con i suoi vicoli intricati che conducono al castello costruito nel 1200 e riedificato due secoli dopo. Non può mancare una visita al museo etnografico, agli antichi palazzi nobiliari e alla chiesa di San Francesco, risalente al XIV secolo.

A fine giornata poi, dopo una mattina al lago e un pomeriggio in paese, potete fermarvi a gustare le prelibatezze di questi luoghi, famosi per il peperone IGP e il Grottino di Roccanova, vino rosso IGT, il cui nome rimanda alle caratteristiche grotte scavate nella roccia arenaria in cui le botti venivano conservate.

Lago di Senise


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE SENISE 


1. I PEPERONI CRUSCHI

Se volete gustare i piatti tipici della tradizione lucana non potete non fare tappa a Senise. É qui che hanno origine i peperoni cruschi, uno degli alimenti più caratteristici della cucina regionale.

Il peperone IGP di Senise viene essiccato fino a diventare croccante ("crusco", in dialetto) per venire impiegato in numerose ricette come quella con il baccalà o quella con strascinati, mollica di pane e cacioricotta (ve la consigliamo!).

Senise, peperoni cruschi

Proprio al peperone crusco è dedicata ad agosto una grande sagra: "Strittul ru Zafaran" (il Vicolo del Peperone) in cui è possibile gustare questo piatto in tutte le sue combinazioni, magari accompagnato da un bicchiere di Aglianico del Vulture o di Grottino di Roccanova, vino IGT prodotto in questi luoghi della Basilicata.


2. LA PESCA SUL LAGO

Il lago di Monte Cotugno è un luogo ideale per chi ama praticare sport a contatto con la natura. É un importante punto di riferimento per gli amanti della pesca sportiva che possono trovare ristoro negli agriturismi della zona.

L'immenso specchio d'acqua è anche teatro di meeting e gare di canottaggio a livello nazionale. 


3. LO SPETTACOLO DELLA MAGNA GRECIA

Corazze lucenti, antichi dei, navi e mostri: le acque del lago in estate si colorano di luci per "Magna Grecia: il mito delle origini", il cinespettacolo dedicato allo sbarco degli antichi greci sulle coste ioniche della Basilicata. 

Senise, lo spettacolo Magna Grecia il mito delle origini

Un viaggio a Senise è anche un viaggio nell'antica cultura artigianale e contadina della Basilicata, raccontata nel Museo Etnografico del Senisese, sorto nel 2003. Attrezzi del lavoro contadino, abiti dell'epoca, oggetti di uso quotidiano e materiale fotografico raccontano storie di un passato che sembra lontanissimo.

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Published in Senise
Lunedì, 12 Ottobre 2015 10:44

Cosa vedere a Viggiano

La natura, lo sport e il sacro si fondono in questo piccolo paese di montagna della Basilicata. Posto a quasi mille metri di altitudine, Viggiano è la metà ideale per gli amanti dello sci. È qui che si trova la Montagna Grande, massiccio dell’Appennino Lucano a circa 1.700 metri s.l.m., dotato di impianti sciistici e strutture ricettive.

LA MADONNA NERA, PATRONA DELLA BASILICATA 

Ed è sempre qui, in alto tra i boschi di faggi che si trova il Santuario della Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano, meta di pellegrinaggi e preghiera. Il Santuario ospita da maggio a settembre l’antica statua in legno della “Madonna nera”, patrona della Basilicata.

Visitare Viggiano e le sue montagne significa anche gustare i piatti tipici della cucina lucana e vivere un fine settimana a contatto con la natura.

Il paese di Viggiano si trova infatti nel Parco nazionale dell'Appennino Lucano-Val d'Agri-Lagonegrese, meta ideale per gli amanti del trekking che al suo interno potranno visitare il Museo tematico del WWF sul Lupo Appenninico.

Un panorama di Viggiano, Basilicata


TRE BUONI MOTIVI PER VEDERE VIGGIANO 


1. LE STAZIONI SCIISTICHE

La stazione sciistica Montagna Grande di Viggiano si trova a circa 11 chilometri dal paese, tra le montagne dell’Appennino Lucano.

È dotata di tre piste per lo sci alpino situate ad una quota tra i 1400 – 1600 m.s.l.m. e di un tracciato per lo sci di fondo ad anello lungo tre chilometri che si addentra nel bosco di faggi a valle delle piste di sci alpino.

Sci di fondo in Basilicata

Le piste sono servite da due Skilift a da un tappetto trasportatore adatto per i meno esperti e mettono a disposizione il noleggio di sci carving, scarponi, caschetti, bob e slittini. L’impianto è dotato di illuminazione notturna, per permettere agli sciatori di provare l’ebrezza dello sci al chiaro di luna (è aperto in occasioni particolari).

In prossimità degli impianti si dipartono dei sentieri da percorrere passeggiando con le ciaspole o a bordo di slitte trainate da cavalli.


2. IL PARCO NAZIONALE DELL'APPENNINO LUCANO 

Quando al bianco della neve si sostituisce il verde dei boschi la Montagna Grande di Viggiano cambia aspetto e regala una nuova esperienza al turista che visita la Basilicata. Il massiccio si trova infatti all’interno del Parco nazionale dell’Appennino lucano, un luogo ricco di flora e fauna da scoprire grazie ai numerosi itinerari pensati per gli amanti del trekking e del nordic walking.

All’interno del parco merita una visita il Museo tematico del WWF sul Lupo Appenninico (ingresso libero) dove è possibile seguire interessanti documentari e lezioni con gli esperti del centro Educazione e Ambiente di Viggiano.


3. IL PELLEGRINAGGIO DELLA MADONNA NERA

Il pellegrinaggio al Santuario della Madonna nera di Viaggiano è una delle ricorrenze religiose più sentite dalla popolazione della Basilicata. Avviene in due periodi diversi: la prima domenica di maggio e la prima di settembre.

A maggio infatti una processione solenne porta la statua dalla Chiesa di Viggiano al santuario sul sacro Monte, che si trova a 12 km dal paese ad una altitudine di 1725 metri.

A settembre poi, con un percorso inverso la statua torna dal sacro Monte alla Chiesa Madre di Viggiano. Raggiungere il santuario non è facile, visto che il percorso è in salita, due chilometri tra boschi di faggi e panorami mozzafiato, ma arrivati in cima il senso di pace e l’aurea sacra che circonda il santuario ripaga anche il più scettico della lunga passeggiata.

Viggiano, monumento ai portatori

Dall'agosto 2016 chi visita Viggiano potrà ammirare l'imponente monumento dedicato ai portatori della statua della Madonna Nera di Viggiano, realizzato dall'artista Felice Lovisco. L'opera sacra, seconda in Basilicata per dimensioni solo al Cristo di Maratea, si trova in Piazza Giovanni XXIII. 

Published in Viggiano
Lunedì, 12 Ottobre 2015 10:44

Cosa vedere ad Aliano e Craco

Immaginate di trovarvi in un luogo nascosto, segreto, dove l’unico suono che possiate ascoltare è il frinire delle cicale unito al sussurrare del vento. Se è la prima volta che visitate Aliano, allora rimarrete impressionati dal silenzio, dalla quiete e dal suo spettacolare paesaggio lunare creato dai Calanchi.

È qui che Carlo Levi ha scritto il suo capolavoro “Cristo si è fermato ad Eboli” quando fu confinato controvoglia in questo paese nascosto nel cuore della Basilicata fino a che un giorno non se ne innamorò, al punto da voler essere seppellito nel suo piccolo cimitero.

UN PAESE MISTERIOSO, IMMERSO TRA I CALANCHI

Aliano è la meta per chi desidera visitare un luogo unico, al di là dello spazio e del tempo: non a caso è a pochi chilometri da qui che si trova Craco, città fantasma entrata nel 2010 nella lista dei monumenti da salvaguardare redatta dalla World Monuments Fund, ed è in questi luoghi che Mel Gibson ha girato alcune delle scene più toccanti del suo colossal La passione di Cristo.  

Vi consigliamo di visitare Aliano, magari dopo aver riletto il capolavoro di Levi, per ripercorre con lo scrittore questa storia scritta tra queste case antiche, nascoste tra i Calanchi.

Veduta panoramica Aliano  


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE ALIANO


1. IL PARCO LETTERARIO CARLO LEVI

Gli anni trascorsi dal maestro Carlo Levi ad Aliano (1935 e 1936) hanno segnato positivamente questo paese della Basilicata che in suo onore ha istituito il Parco Letterario Carlo Levi, che invita il visitatore a riscoprire il romanzo attraverso visite guidate, rappresentazioni teatrali e in costume per le vie del paese.

Aliano, casa Carlo Levi

È inoltre possibile visitare il Museo storico di Carlo Levi e la casa in cui lo scrittore visse gli anni del confino. Molto interessante è inoltre il Museo civico della civiltà contadina, che permette al visitatore di tuffarsi in un passato che appare antichissimo ma che non è poi così lontano.


2. MONACHICCHI, MALOCCHI E IL PAESE FANTASMA DI CRACO

Fattucchiere, magiare, malocchi e folletti dispettosi (chiamati “monachicchi”) si aggirano per le strade silenziose di Aliano, tanto che in passato le facciate delle case riprendevano la forma dei volti umani per proteggere gli abitanti dagli spiriti maligni. Di queste case oggi è rimasta solo quella conosciuta come “La casa del malocchio”.

Aliano, la casa del malocchio

Se visitate Aliano poi, non potete non fare tappa a Craco, una città fantasma che si può visitare su prenotazione e con l’ausilio di una guida. Vi inerpicherete sui ripidi gradini, tra viottoli abbandonati e case silenziose per raggiungere il relitto della chiesa, il palazzo signorile e l’antica torre da cui si gode di un panorama unico sull’arida pianura lucana con i suoi splendidi Calanchi: un’emozione che toglie il fiato.

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3. I CALANCHI

Aliano si trova nella zona dei Calanchi, spettacolari pinnacoli naturali di argilla che si ergono di fronte all’osservatore. Alcuni hanno paragonato questi luoghi all’Arizona, per la presenza di dune, canyon e per il colore ocra della terra che si mischia al verde della prateria.

Ed è in questa zona della Basilicata che è possibile ammirare il volo del capovaccaio, avvoltoio sacro agli antichi egizi e oggi molto raro nella nostra penisola, ma non in questo incontaminato angolo di Basilicata. 

I calanchi, Basilicata


CREDIT PHOTO:
Foto Craco: Marco Lovisco
Published in Aliano - Craco
Lunedì, 12 Ottobre 2015 10:40

Cosa vedere a Pietrapertosa e Castelmezzano

Due perle meravigliose incastonate tra le spettacolari Dolomiti lucane, montagne che con le loro sagome rocciose disegnano un paesaggio unico. Due paesi divisi da una vallata mozzafiato da ammirare in un volo precipitoso ed emozionante. 

Pietrapertosa e Castelmezzano sono tappe imprescindibili del vostro viaggio in Basilicata, in virtù della loro posizione strategica che fa somigliare i centri abitati ad enormi presepi intagliati nella montagna.

UN VOLO ALL'OMBRA DELLE DOLOMITI LUCANE

Un paesaggio poetico ma al tempo stesso emozionante, grazie al “volo dell’angelo”, una  delle attrazioni più interessanti della regione. Si tratta di un cavo d’acciaio che collega i due paesi e permette al visitatore di volare tra i due borghi, ammirando la vallata ad una velocità di oltre 120 Km/h su uno strapiombo di circa 800 metri! Un’emozione unica che non ha paragoni nel resto d’Italia.

E poi ci sono i centri storici: la rivista statunitense Budget Travel ha definito Castelmezzano “la migliore località del pianeta tra quelle di cui non si è mai sentito parlare”, mentre Pietrapertosa può vantare una roccaforte saracena sulla cima del paese e un’antica tradizione legata a questo popolo lontano. Sia Pietrapertosa che Castelmezzano fanno parte dei “Borghi più belli d’Italia”.

Panorama di Castelmezzano


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE PIETRAPERTOSA E CASTELMEZZANO


1. LE DOLOMITI LUCANE

Pietrapertosa e Castelmezzano sono immerse nel Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, un’area verde che si estende per 27.027 ettari. Attrezzato per escursioni, orienteering e visite guidate, il parco è metà imprescindibile per gli appassionati di bouldering d’Italia, grazie alla qualità della roccia e alla grande varietà di passaggi arrampicabili. 

Una passeggiata all'ombra della Dolomiti Lucane


2. VOLO DELL'ANGELO E FERRATE 

La grande attrazione per gli amanti delle emozioni forti è sicuramente il volo dell’angelo. Un adrenalinico volo di un minuto e mezzo tra i due paesi a più di ottocento metri dal suolo, da percorrere da soli o in coppia!

Si parte, in posizione orizzontale e legati a pancia in giù per ritrovarsi dopo pochi secondi a volare su una vallata verde, circondata da montagne di roccia. Un'emozione che dura poco più di un minuto ma che rimane nel cuore per tutta la vita!

Il volo dell'angelo tra Pietrapertosa e Castelmezzano

Dal 2015 inoltre gli amanti della montagna che visitano Pietrapertosa e Castelmezzano potranno percorrere la via ferrata. Si articola in due percorsi che si snodano sulle Dolomiti lucane, tra canali e camminamenti, con due ponti tibetani.

PER INFORMAZIONI LEGGETE IL NOSTRO ITINERARIO ALLA SCOPERTA DELLE DOLOMITI LUCANE 


3. LE TRACCE DI ARABI E CROCIATI

In questi due paesi, tra viottoli nella roccia e strapiombi meravigliosi, si nascondono misteri legati al passato. Castelmezzano all’epoca delle Crociate è stata un’importante tappa per i cavalieri che si recavano in Terra Santa. È possibile riscontrate tracce di questo passato sui simboli impressi sulla facciata dell’antica chiesa di Santa Maria dell’Olmo.

Se Castelmezzano è legata ai templari, Pietrapertosa ha un passato saraceno, testimoniato dalla struttura delle case del quartiere più antico conosciuto come l’ “Arabata”, dai resti dell’antica fortezza costruita in cima alle rocce e da una festa che ogni anno, nelle notti d’estate, riconduce nei vicoli del borgo odalische, fachiri e profumi lontani. 

Il castello di Pietrapertosa

Lunedì, 12 Ottobre 2015 10:38

Cosa vedere a Rotonda e sul monte Pollino

Scoprire il piccolo comune di Rotonda permette a chi visita la Basilicata di cominciare un viaggio in una natura incontaminata e maestosa. È dal paese infatti che si diramano i più importanti percorsi che vi condurranno alla scoperta del Parco Nazionale del Pollino che, con i suoi 192.000 ettari è oggi il parco più grande d’Italia.

IMMERSI IN UNA NATURA INCONTAMINATA

Sentieri montani tra boschi e ruscelli, passeggiate tra la neve candida, rapide discese su torrenti tumultuosi: il Pollino è il luogo prediletto di chi ama la natura, lo sport e l’avventura. E poi c’è lui, il rarissimo pino loricato, albero simbolo del parco che con le sue forme contorte rappresenta un autentico monumento scolpito dalla natura.Pensate che il “Patriarca”, così viene chiamato il pino più antico, ha più di 900 anni!

Un luogo mitico, antico, ancestrale, come la Grotta del Romito con i suoi graffiti preistorici o come i riti arborei, una tradizione che si perde nella notte dei tempi ma che è tuttora viva negli abitanti di questi luoghi.

Venite sul Pollino! Lasciate a casa computer e smartphone e lasciatevi cullare da un passato atavico. 

Pino loricato sul Pollino


 TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE ROTONDA E IL PARCO DEL POLLINO


1. IL PINO LORICATO  

Se amate la natura non potete non fare visita al parco del Pollino,  nel vostro viaggio in Basilicata. Noi vi consigliamo di raggiungere la Serra di Crispo (foto sotto), soprannominata il “Giardino degli dei”. È qui che potrete ammirare i pini loricati in tutta la loro bellezza, su un altopiano con un panorama che toglie il fiato.

La Serra di Crispo sul Pollino

Altri luoghi da vedere sono il Lago della Duglia, un laghetto di montagna a 1375 metri di quota ai piedi della Serra del Crispo e le gole del Raganello, uno spettacolare canyon creato dal fiume che si fa strada tra le montagne.

Il verde dei boschi nelle stagioni calde fa spazio al bianco della neve in inverno; il Pollino meriterebbe una visita nei due diversi periodi dell’anno, per ammirare la natura in tutto il suo incontaminato splendore. 


2. FARE SPORT NELLA NATURA 

Trekking, sci di fondo, torrentismo e rafting sono alcuni dei modi in cui il visitatore può vivere la sua esperienza sul Pollino.

- Per quanto riguarda il trekking, sono molti i sentieri che partono dai paesi della zona, come ad esempio Rotonda (sede dell’Ente Parco), Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Viggianello o Terranova di Pollino.

- Gli amanti dello sci di fondo e delle ciaspole possono invece scegliere uno dei tre tracciati sopra i 1500 metri s.l.m. che partono dai comuni di Terranova, Viaggianello e Rotonda. È possibile affidarsi a scuole di sci o guide ufficiali per farsi accompagnare lungo i percorsi del parco.

Pollino, Serra Dolcedorme

- Chi pratica torrentismo può ammirare canyon, cascate e piscine naturali, attraversando le acque del torrente Raganello, nel cuore del parco.

- Se invece siete alla ricerca di sensazioni forti, vi consigliamo di partire da Viggianello, per raggiungere il fiume Mercure e fare rafting, altrimenti potete lanciarvi in un volo mozzafiato dalle vette di San Costantino Albanese su di un deltaplano legato ad un cavo di acciaio, che raggiunge la velocità di 80 km/h. Si chiama “Volo dell’aquila” e si fa in gruppi di quattro persone per volta.  

- Il parco dispone inoltre di pareti per arrampicata, ferrate, sentieri da percorrere a cavallo o in mountain bike e siti adatti alla speleologia. 


3. LE TRADIZIONI LUCANE 

Dopo una giornata all’insegna dello sport e della scoperta della natura, non resta che mettersi a tavola per assaporare alcuni dei più gustosi piatti della Basilicata. Rotonda è infatti la patria del Fagiolo Poverello Igp, dal colore bianco Dop e della melanzana rossa di Rotonda Dop, frutto di una tecnica di coltivazione tradizionale a basso impatto ambientale.

Potrete inoltre gustare il Paddaccio del Pollino, un formaggio fatto con latte di capra, la Rrappaiona, piatto a base di fave e la Ciambottella, uno dei piatti tipici della Basilicata a base di peperoni, cipolla, pomodori, salsiccia e uova.

Se invece volete immergervi nell'antica tradizione lucana, dovete visitare questi luoghi da maggio a settembre, per assistere ai riti arborei. A Rotonda in particolare, si celebra il matrimonio degli alberi, il cui rito affonda le radici nell'ancestrale mitologia celtica! Per saperne di più vi consigliamo di leggere quest'articolo del nostro blog: "Riti arborei in Basilicata: i matrimoni tra gli alberi, dall'area del faggio a quella dell'abete"

 

PHOTO CREDIT
Pollino: Santo Galatà
Le foto: Eduardo De Stefano

Published in Rotonda - Pollino
Lunedì, 12 Ottobre 2015 10:33

Cosa vedere a Campomaggiore

Visitare Campomaggiore Vecchio significa toccare con mano ciò che resta del sogno infranto del conte Teodoro Rendina: il sogno di un'utopia che ha dovuto fare i conti con la realtà. È una storia nascosta all'ombra delle Dolomiti Lucane, tra i resti silenziosi di antichi palazzi, campanili e umili case contadine.

IL SOGNO INFRANTO DEL CONTE RENDINA

Campomaggiore non è solo una città fantasma della Basilicata ma è una storia raccontata dalle sue rovine che parlano al visitatore che si aggira tra le mura silenziose. Passeggiando tra i resti del paese vedrete il palazzo Patronale che si erge orgoglioso su quella che un tempo era la piazza dell'antico borgo. Di fronte ad esso si staglia il campanile della chiesa, abbracciato dalla vegetazione che ha trovato ospitalità tra le mura diroccate.

La storia di Campomaggiore è una di quelle che vale la pena raccontare e così ogni estate nel suggestivo scenario della città fantasma si riuniscono attori ed acrobati per ricordare il sogno di Teodoro Rendina che volle trasformare Campomaggiore, all'epoca un piccolo paese all'ombra delle Dolomiti Lucane, in quella che viene ricordata come "La città dell'Utopia".   

Chiesa della Madonna del Carmelo a Campomaggiore 


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE CAMPOMAGGIORE


1. UNA STORIA AFFASCINANTE

 La storia di Campomaggiore ha tutti gli ingredienti di una fiaba, tranne il lieto fine. C'è un conte ricco e nobile, il conte Teodoro Rendina che, dopo aver viaggiato in Europa studiando le teorie utopistiche di Robert Owen e Charles Fourier decide di creare un paese diverso da tutti gli altri: un paese dove non esista la povertà. Sceglie di attuare il suo progetto in Basilicata, in un piccolo paese di contadini: Campomaggiore.

É il 1743 quando costruisce il palazzo patronale di Campomaggiore (sotto)  la chiesa e le case dei contadini. Le abitazioni vengono costruite seguendo criteri urbanistici innovativi che permettano agli abitanti di muoversi agevolmente e di avere a disposizione spazio sufficiente per vivere in condizioni igieniche ottimali.

Il palazzo patronale di Campomaggiore

Il conte Rendina inoltre stabilisce delle norme che regolino la vita del paese: ogni contadino, ad esempio, deve avere a disposizione un'abitazione con un piccolo apprezzamento di terra che gli permetta di vivere; ogni contadino deve avere legname sufficiente per scaldarsi con l'obbligo di piantare tre alberi da frutto per ogni fusto abbattuto. L'idea è buona è pare funzionare, Campomaggiore cresce e arriva a contare 1524 abitanti nel 1885.

Il conte non ha fatto però i conti con i capricci della natura, così, in quello stesso anno il paese viene raso al suolo da una tremenda frana. I contadini per fortuna riescono a mettersi in salvo ma Campomaggiore è ormai ridotto a un cumulo di macerie.

I cittadini del paese distrutto provano a ricostruire le loro case ma il terreno su cui il conte Rendina ha costruito il suo sogno è soggetto a continui smottamenti che rendono vano ogni tentativo, lasciando ai posteri un paese fantasma, testimonianza concreta di un’utopia infranta.


2. IL PAESE ABBANDONATO
 

Probabilmente la storia del conte Rendina non è una di quelle a lieto fine, ma è anche grazie a quella frana che oggi chi visita Campomaggiore può passeggiare in una città fantasma affascinante e suggestiva. L'edificio più spettacolare è il Palazzo Patronale, che si affaccia su quella che un tempo era la Piazza dei Voti, così chiamata per ricordare il giorno in cui i primi coloni si riunirono per scegliere di seguire il conte nella sua idea. Di fronte al palazzo si ergono i resti della chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo. Intorno sono ancora visibili le mura delle antiche case contadine.

A circa tre chilometri da Campomaggiore Vecchio si può visitare il Casino della Contessa, residenza estiva dei Rendina.

Il paese fantasma di Campomaggiore

É in questo magnifico scenario che nei fine settimana di agosto va in scena "La città dell'Utopia", spettacolo teatrale che tra luci, effetti speciali e danze aeree racconta la storia del conte Teodoro Rendina e del suo sogno infranto.


3. IL PARCO DELLE DOLOMITI LUCANE

Campomaggiore si trova nel Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, un’area verde che si estende per 27.027 ettari, nella zona centrale della Basilicata.

Attrezzato per escursioni, orienteeering e visite guidate alla scoperta di flora e fauna, il parco è metà imprescindibile per gli appassionati di bouldering d’Italia, grazie alla qualità della roccia e alla grande varietà di passaggi arrampicabili.

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