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Crapiata, piatto tipico Matera 

Siamo ormai alle porte di agosto e questo periodo dell’anno a Matera coincide con la preparazione della famosa crapiata, conosciuta nel dialetto locale come “crapiet”. Si tratta di una particolare zuppa di legumi, patate e cereali: un piatto povero, quindi, tipico della tradizione contadina, ma estremamente gustoso.

Non a caso, il nome stesso di questo piatto pare essere connesso proprio agli ingredienti utilizzati per prepararlo: secondo alcuni, infatti, deriverebbe dalla parola “crampa” o “cramba”, che indica la pianta di ceci o di fave o di piselli; altri, invece, lo fanno discendere da “cràpia”, un termine calabrese che un tempo indicava il treppiede su cui si poggiava il pentolone dove si cuocevano i legumi e i cereali.

In un certo senso, la crapiata materana non è solamente una semplice ricetta, ma un vero e proprio rito collettivo: già nell’antichità, infatti, il primo giorno di agosto si festeggiava con un particolare rito pagano la fine del raccolto. Allo stesso modo, nello scorso secolo i contadini si riunivano nel cortile delle loro case per stare assieme e festeggiare questo momento, ed ogni donna del paese portava dei legumi e del grano: questi ingredienti venivano quindi messi tutti assieme in una grande pentola e fatti cuocere. Quello che si otteneva era una deliziosa zuppa, che veniva poi servita a tutti i partecipanti assieme ad un buon bicchiere di vino rosso.

Nonostante siano passati moltissimi anni, a Matera, ed in particolar modo nei rioni Sassi e nel borgo La Martella, questa tradizione è ancora molto sentita, e oggi questo delicato piatto viene preparato in grandi quantità e servito a tutti i partecipanti nel corso di una sagra, la “Festa della Crapiata”.

 

Ingredienti della crapiata

 

La ricetta della crapiata materana è decisamente semplice: per realizzarla, infatti, avrai bisogno di pochi ingredienti di facile reperibilità. Per prima cosa, dovrai procurarti 100 grammi di ciascuno di questi legumi secchi e cereali: farro, grano, piselli secchi, fagioli, ceci, lenticchie, cicerchie (tutti i legumi puoi trovarli da SaporideiSassi).

Ti serviranno, inoltre, 500 grammi di patate novelle, tre cipolle, quattro gambi di sedano, dieci pomodorini ciliegini, tre carote, alcuni spicchi d’aglio, nonché sale, olio extravergine di oliva e, se ti piace, peperoncino o pepe. Quelle che ti abbiamo riportato sono le dosi per una crapiata materana per 8/10 persone: puoi ovviamente aumentarle o diminuirle a seconda delle tue necessità.

 

Come preparare la crapiata di Matera

 

La preparazione della crapiata materana inizia, in realtà, il giorno precedente a quello in cui dovrà essere cucinata: il giorno prima, infatti, dovrai mettere in ammollo tutti i cereali ed i legumi in acqua fredda per almeno 24 ore. Una volta trascorso questo lasso di tempo, dovrai sciacquare bene i tuoi legumi e cereali sotto acqua fredda e inserirli in una pentola grande e fonda assieme alle patate novelle, alle quali dovrai lasciare la buccia dopo averle accuratamente lavate. Aggiungi quindi l’acqua alla pentola, che dovrà superare di qualche centimetro gli ingredienti, e accendi il fuoco.

Lascia cuocere la pentola a fuoco lento per almeno 45 minuti, mescolando delicatamente con un cucchiaio di legno di tanto in tanto e, se dovesse essere necessario, aggiungi dell’acqua calda. Mentre aspetti che i legumi e i cereali cuociano, lava e taglia a pezzettini le carote, il sedano ed i pomodorini, e inseriscili nella pentola assieme a qualche spicchio d’aglio.

Una volta aggiunti anche questi ingredienti, lascia cuocere la pentola per un’altra ora, aggiungendo sempre dell’acqua calda quando il suo livello tende a scendere.

Una volta terminata la cottura, servi la tua crapiata materana ai tuoi ospiti in scodelle, calda in inverno e fredda in estate, aggiungendoci un filo di olio extravergine d’oliva in superficie e, se ti piace, qualche pizzico di pepe o di peperoncino piccante.

 

 

 

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Mercoledì, 28 Marzo 2018 18:45

Due gustose ricette lucane per il pranzo di Pasqua

Ciao a tutti,

la Pasqua è ormai vicina, perciò mi rivolgo a quanti di voi sono alla ricerca di una ricetta particolare per variare il solito pranzo di Pasqua e sorprendere così parenti ed amici. Vi propongo 2 delle tante varianti di un piatto tipico della mia terra a base di agnello (chiedo scusa ad animalisti, vegetariani e vegani). Sono entrambe saporite per tanto mi limito a presentarvi le ricette. Ammetto di avere una piccola preferenza per la seconda per un puro valore affettivo essendo preparata da mia madre tutti gli anni solo in occasione della Pasqua.

Buon appetito! Fatemi sapere quale avete cucinato

 

1. Agnello al forno con Muscari (meglio noti come lampascioni)

 

Ingredienti ( per 4 persone)

·       500 g Carne di agnello

·       300 g Muscari

·       q.b. Pecorino grattugiato

·       q.b. Mollica di pane

·       1 Aglio a spicchi

·       1 ciuffo Prezzemolo tritato

·       q.b. Pepe

·       q.b. Olio d'oliva

·       q.b. Sale

·       3 o 4 fette e pezzetti Pane casareccio 

Preparazione

Pulite i muscari, lavateli e intaccateli con un taglio a croce in basso. Lasciateli in acqua fredda per 30 minuti poi cuoceteli in acqua bollente, salateli e teneteli da parte

Disponete l’agnello,lavato e spezzettato in una teglia, aggiungete i muscari ed il pane a pezzetti amalgamando il tutto, aromatizzando con aglio e prezzemolo tritati.

Pepate e condite con l’olio e cospargete la superficie con la mollica unita al pecorino.

Cuocete in formo già caldo per il tempo necessario aggiungendo un po’ d’acqua.

agnello con i muscari

Foto: buonissimo.org 

 


2. Agnello cacio e uovo

 

Ingredienti (per 6 persone)

·       1,5kg Carne di agnello

·       6 uova

·       100 g. Pecorino grattugiato

·       2 cipollotti

·       1 Limone spremuto

·       q.b. Olio d'oliva

·       q.b. Sale

Preparazione

Soffriggere insieme carne e cipolla a fuoco medio per circa 1 ora. Una volta arrosolata, aggiungere il succo di limone spremuto, spegnere il fuoco e lasciare intiepidire la carne.

Sbattere le uova con il pecorino, unire il tutto alla carne e girare fino a quando l’uovo non inizia a legarsi. Riaccendere a fuoco basso per circa 15 minuti, continuando a mescolare fino a quando l’uovo non si è rappreso del tutto intorno alla carne.

 Cacio e uovo

Foto: giallozafferano.it


 

I nostri pacchetti di viaggio su questo tema:

TOUR ALLA SCOPERTA DEL VULTURE

Castello di Melfi

TOUR AI LAGHI DI MONTICCHIO

Laghi di Monticchio

 

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Ben ritrovati, oggi desidero parlarvi di un legume che forse non tutti amano per differenti motivi ma che è una vera eccellenza della mia terra, ormai riconosciuto con il marchio IGP pertanto tenterò l’ardua impresa di convincere anche i più scettici a provarlo. Si tratta dei Fagioli di Sarconi la cui zona di produzione è la Val d’Agri, specificatamente i comuni di Sarconi, Grumento Nova, Marsiconuovo, Marsicovetere, Moliterno, Paterno, San Martino d’Agri, Spinoso, Tramutola, Viggiano.

Fagioli di Sarconi
Foto: www.fagiolodisarconi.it

 

Sono prodotti legati all’ambiente di questi territori dove le particolari condizioni climariche permettono la produzione di fagioli di elevata qualità e dall’inconfondibile sapore dolce, inoltre la loro morbidezza e la buccia sottile li rendono particolarmente digeribili.Ne esistono ben 19 varietà pertanto ognuno potrà scegliere quello che si addice maggiormente ai propri gusti.

La nota dolente di questo prodotto è la difficile reperibilità al di fuori delle zone di produzione, salvo alcune fornitissime gastronomie, perciò se volete provarlo l’unico modo per assaggiare i Fagioli di Sarconi è quello di acquistarli online su alcuni siti specializzati nella commercializzazione di tipicità lucane o su quelli delle aziende di produzione.

Io però vi suggerisco anche un’altra strada, quella di recarvi un weekend in uno di questi caratteristici borghi, lontano dal caos, circondati da paesaggi rasserenanti e coccolati dalla calorosa accoglienza della mia gente.

Potrete sperimentare sul posto, nelle varie trattorie o agriturismi, le molteplici pietanze a base di fagioli dalle zuppe, alla pasta fatta in casa, alle salsicce in umido, ai dolci, ai gelati ed alle marmellate.

La sagra che si tiene a Sarconi ad agosto potrebbe essere l’occasione perfetta. Due giorni dedicati a cibo, mostre, spettacoli di strada, musica e folclore, tutto “ispirato” al fagiolo. Potrete inoltre aggirarvi tra le vie del suggestivo centro storico per scoprire, aiutati dalle didascalie, tutte le varietà del fagiolo, la loro storia e il loro legame antico col territorio.

Vi lascio con questa semplice ma gustosissima ricetta, veloce da preparare per chi ha poco tempo, inoltre è un’ottima base se voleste gustarla con l’aggiunta di cozze o vongole, provate per credere!!

 

La ricetta: cavatelli e fagioli

Cavatelli e fagioli
Foto: www.cuochiepadelle.it

Ingredienti per 4 persone

  • 300 gr di cavatelli freschi;
  • 400 g di fagioli Tabacchini di Sarconi;
  • qualche spicchio d'aglio;
  • 100 grammi di pancetta tagliata fine;
  • un battuto di cipolla;
  • un pugno di prezzemolo finemente tagliato;
  • sale, pepe e passato di pomodoro q. b.

Preparazione

Fate cuocere i fagioli a fuoco lento fino ad ultimare la cottura. A parte in un tegame, meglio se di terracotta, soffriggete in olio di oliva qualche spicchio di aglio che toglierete appena rosolato. Aggiungete la pancetta e la cipolla, imbiondite il tutto e da ultimo mettete una parte di prezzemolo. Scolate i fagioli, conservando il brodo, aggiungeteli al soffritto, preparato in precedenza, unendo anche il passato di pomodoro, salate e pepate. Fate insaporire per una decina di minuti poi versateli nel loro brodo lasciandoli bollire per circa mezz'ora. Da ultimo aggiungete il prezzemolo rimasto e servite.

 

Giovanna De Stefano

Published in 2016

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