idee e itinerari turistici per scoprire la Basilicata

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Giovedì, 05 Maggio 2016 14:41

La Basilicata e il cinema: viaggio in 6 tappe

Pasolini e Mel Gibson hanno visto nelle case di pietra di Matera e nelle lande arse dal sole i paesaggi dell’antica Galilea, scegliendo la Basilicata come set per colossal come “Il Vangelo secondo Matteo” e “La Passione di Cristo”.

Salvatores ha scelto i campi dorati del Vulture per ambientare il suo film “Io non ho paura”, ma sono tante le storie legate al cinema che la Basilicata può raccontare.

Come quella che lega il grande regista Francis Ford Coppola al piccolo paese di Bernalda, che ha dato i natali al padre. Coppola ha più volte dichiarato il suo amore per la Basilicata, tanto da aver scelto Bernalda come location per il matrimonio di sua figlia Sophia con il cantante Thomas Mars, nell’agosto del 2011. 

Sempre in Basilicata ogni anno si tiene il Lucania Film Festival, importante rassegna cinematografica di cinema indipendente che ogni anno ad agosto riunisce a Pisticci registi e attori da tutto il mondo.

Per questo oggi vi invitiamo a intraprendere un viaggio tra quelle mete della Basilicata che un amante del cinema deve assolutamente visitare.


 PRIMA TAPPA: MATERA

I Sassi della città di Matera hanno fatto da sfondo alle scene più toccanti del film di Mel Gibson

Il nostro viaggio nel cinema in Basilicata non può che cominciare da Matera. La vista dei Sassi è uno spettacolo che lascia a bocca aperta. È come un viaggio in un passato ancestrale, dove il tempo si è fermato in un’istantanea di infinita bellezza.

Per questo, e per la sua autenticità che Pierpaolo Pasolini l’ha scelta come set per collocare la Gerusalemme dell’anno zero nel suo “Il Vangelo secondo Matteo”, film del 1964.

Passano quarant’anni ma Matera sembra non perdere quel fascino antico, tanto che il regista Mel Gibson vi ambienterà le scene più toccanti del suo colossal “La Passione di Cristo”, film del 2004 che genererà scalpore per la crudezza con cui vengono raccontate le ultime ore del Messia.

Due anni dopo, il regista di Hollywood John Moore sceglierà Matera per il set di “Omen 666”, film horror, remake de “Il presagio”, pellicola del 1976.

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Un scena del film "La Passione di Cristo" 


  SECONDA TAPPA: CRACO

Il paese fantasma di Craco, in Basilicata

La seconda tappa del nostro viaggio ci conduce in questo paese fantasma, abbarbicato su un collina e nascosto tra il giallo ocra dei calanchi e l’azzurro nitido del cielo lucano: è facile immaginare Craco come set ideale per un film girato in Basilicata.

Il paese è stato infatti scelto come sfondo da Mel Gibson per girare alcune scene del suo film, tra cui quella dell’impiccagione di Giuda. Per restare in tema, anche “Il vangelo secondo Matteo” di Pasolini, conta tra le location questo paese fantasma.

Più recentemente (2008), Craco ha ospitato la troupe del film “Agente 007- Quantum of Solace”, del regista Marc Forster.


TERZA TAPPA: ALIANO

La "casa del malocchio" di Aliano, così chiamata per via della sua forma che ricorda un volto umano al fine di scacciare gli spiriti maligni

Continuiamo il nostro viaggio restando in provincia di Matera, per visitare Aliano, nella zona dei calanchi. Il paese lega la sua fama a quella dello scrittore Carlo Levi che è stato confinato in questo piccolo borgo lucano negli anni del fascismo.

È qui che lo scrittore ambienta il suo capolavoro “Cristo si è fermato ad Eboli” da cui, nel 1979 viene tratto un meraviglioso film diretto da Francesco Rosi con Gian Maria Volonté nei panni dello scrittore. Le riprese sono state realizzate ad Aliano, ma anche a Craco e a Matera.


 QUARTA TAPPA: MARATEA

La statua del Cristo Redentore a Maratea, che compare nella locandina del film

La “perla del Tirreno” non poteva mancare tra i set cinematografici della Basilicata. Con il suo mare cristallino e la statua del Cristo Redentore che si staglia sul promontorio, Maratea è il punto di partenza della “passeggiata” attraverso la Basilicata di Rocco Papaleo nel suo film di successo “Basilicata Coast to Coast”, realizzato nel 2010.


  QUINTA TAPPA: MELFI E LA ZONA DEL VULTURE

La campagna di Melfi, in una scena del film

L’oro dei campi di grano che si diffonde a perdita d’occhio, il verde intenso dei boschi di faggi, l’azzurro terso del cielo: non è un caso se Gabriele Salvatores abbia scelto questi luoghi della Basilicata per ambientare il suo film “Io non ho paura” (2003).

Tatto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, il film è stato scelto nel 2003 come candidato per l’Italia ai premi Oscar. Una curiosità: l’attore che nel film interpretava Michele Amitrano, il giovane protagonista del film, Giuseppe Critiano, è nato proprio a Melfi.

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 SESTA TAPPA: CASTELMEZZANO E PIETRAPERTOSA

Il borgo di Castelmezzano, sulle Dolomiti lucane

Nascosti tra le rocce delle Dolomiti lucane, Pietrapertosa e Castelmezzano conservano intatta una selvaggia genuinità e una bellezza che diventa magica quando la notte scorgi questi paesi illuminati tra le montagne. È qui che è stata ambientata la commedia italiana “Un paese quasi perfetto”, film girato nel 2016 da Massimo Gaudioso.

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Published in 2016

Storia, mistero, cultura: il racconto della Basilicata passa anche attraverso i suoi castelli arrampicati su verdi colline e circondati da mura possenti che serbano storie di un passato lontano. Dagli eleganti fregi del castello di Pirro del Balzo a Venosa, fino alle torri guerriere del castello di Melfi: vi proponiamo un itinerario turistico attraverso cinque castelli, fiore all’occhiello di questa “Basilicata da Vedere”.


PRIMA TAPPA: CASTELLO DI MELFI

Il nostro viaggio non può che cominciare dal castello di Melfi, situato a Nord della regione, a due passi dal monte Vulture, la montagna sulle cui pendici nasce il celebre vino Aglianico. È in queste terre che i Normanni hanno costruito uno dei loro più importanti avamposti al Sud Italia, ed è tra queste mura che Federico II ha scritto un importante pezzo di storia, promulgando le “Costituzioni melfitane”, la più grande opera legislativa del Medioevo.

Il castello di Melfi non passa certo inosservato, stagliandosi imponente sul centro abitato, come un antico guardiano. La struttura è formata da otto torrioni tra cui spicca la famosa “Torre dell’orologio”, uno dei due bastioni che accoglie i visitatori al loro ingresso.

Melfi castello

La torre ospita al suo interno il “Sarcofago di Rapolla”, opera in marmo di grande pregio, creata da artisti dell’Asia Minore nel II secolo, recante sul coperchio una splendida figura di una donna distesa.

Il castello è sede del Museo archeologico nazionale del melfese, aperto dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 20.00 e il lunedì dalle 14.00 alle 20.00. Vedi il nostro itinerario per visitare Melfi e la zona del Vulture.

VEDIA ANCHE IL NOSTRO ITINERARIO SUL VULTURE, TRA AGLIANICO E ACQUE MINERALI
 


SECONDA TAPPA: CASTELLO DI LAGOPESOLE

Castel Lagopesole

A pochi chilometri da Melfi si trova un’altra splendida testimonianza del passaggio di Federico II in Basilicata: si tratta del Castello di Lagopesole, residenza di caccia del sovrano svevo e seconda tappa del nostro itinerario turistico. Il castello, a pianta rettangolare e racchiuso da quattro torri, si trova sulla sommità della collina che domina il piccolo centro abitato di Castel Lagopesole.

Nel periodo postunitario il maniero è stato rifugio della banda di briganti guidati da Carmine Crocco. Alcuni inoltre sostengono che il castello sia la dimora del fantasma di Elena Ducas, moglie di Manfredi, figlio di Federico II. Pare che in moti abbiano visto la donna aggirarsi con una lanterna alla ricerca del marito, ucciso nella battaglia di Benevento.

Il castello ospita in estate lo spettacolo multimediale “Il mondo di Federico II” che, attraverso grandi proiezioni, narrazioni ed effetti speciali, racconta la vita e gli amori del sovrano svevo. 

VEDI ANCHE IL NOSTRO ITINERARIO SULLE TRACCE DI FEDERICO II
 


 TERZA TAPPA: CASTELLO DI PIRRO DEL BALZO A VENOSA

Sempre restando nella zona Nord della Basilicata, possiamo fare tappa a Venosa per vedere il castello Aragonese (o “Castello di Pirro del Balzo”). Il castello risale al 1470 e venne edificato per volere del duca Pirro del Balzo.

È costituito da quattro imponenti torri cilindriche e dalle mura che sono circondate da un profondo fossato. Si accede all’ingresso dall’antico ponte levatoio, decorato con due leoni provenienti dalle rovine dell’antica città romana.

Il castello ospita il Museo archeologico nazionale che conserva i reperti risalenti al periodo romano, quando Venosa era un’importante colonia romana conosciuta col nome di “Venusia”.

VEDI ANCHE IL NOSTRO ITINERARIO PER SCOPRIRE VENOSA E ACERENZA


 QUARTA TAPPA: IL CASTELLO CARACCIOLO DI BRIENZA

Lasciamo ora la zona del Vulture e seguendo il nostro itinerario proseguiamo a sud, poco lontano dalla città di Potenza, per vedere il castello di Brienza, un borgo che ha conservato intatta la sua struttura medievale.

Il castello, attualmente in restauro a causa degli ingenti danni riportati nel sisma del 1980, in estate è sede di manifestazioni e rievocazioni storiche. 


 QUINTA TAPPA: IL CASTELLO DEL MALCONSIGLIO A MIGLIONICO

Per la quinta ed ultima tappa del nostro itinerario ci spostiamo in provincia di Matera, nel paese di Miglionico, dominato dall’imponente sagoma del castello del Malconsiglio (VIII – IX secolo d.C.).

Il curioso nome di questo castello è legato alla congiura ordita dai baroni locali contro il re di Napoli Ferdinando I d’Aragona nel 1481. La congiura, conclusasi tragicamente con la morte dei congiuranti, viene ricordata oggi grazie al percorso multimediale “La congiura dei baroni” allestito nelle sale del castello (visitabile tutti i giorni su prenotazione).

 

CREDIT PHOTO
Castello di Melfi: Marco Lovisco
Castel Lagopesole: Rosalba Molaro
Castello di Pirro del Balzo: APT Basiicata
Castello di Brienza: www.basileusonline.it
Castello di Miglionico: Pietro Amato (CC BY-SA 3.0)

Published in 2016
Mercoledì, 28 Ottobre 2015 15:16

Mistero e cultura sulle tracce di Federico II

Un personaggio carismatico, un re che preferiva i libri alla spada, capace di creare un ponte tra oriente e occidente. Federico II ha amato la Basilicata, percorrendone i boschi con il suo amato falcone, fedele compagno di caccia. Alla Basilicata ha lasciato in eredità castelli e leggende, ma soprattutto storia e cultura. Seguiteci in questo itinerario attraverso i luoghi che ci raccontano la sua storia!

Melfi, cripta di santa margherita, monito dei morti 


TAPPE

 Melfi – Barile – Ripacandida – Castello di Lagopesole

A CHI LO CONSIGLIAMO

A chi ama la natura e il Medioevo 

QUANDO

Tutto l'anno

TEMPO DI VISITA

L'itinerario dura un giorno

IL NOSTRO CONSIGLIO!

Tra una tappa e l'altra, fermatevi a gustare un calice di vino Aglianico, accompagnato dai formaggi locali e dai dolci a base di castagne, tipici della zona. 



PRIMA TAPPA: MELFI

La sagoma del castello di Melfi appare subito agli occhi del visitatore che si appresta a perdersi fra le vie del suo centro storico racchiuso tra le possenti mura medioevali, perfettamente conservate.

Il castello di Melfi

Punto di partenza ideale per un tour di Melfi è la Porta Venosina, l’unico dei quattro accessi che ha resistito al tempo e ai terremoti.

Oltrepassata la porta si percorre C.so Garibaldi, una delle arterie principali di Melfi,  per raggiungere la Cattedrale la cui costruzione, voluta da Roberto I il Guiscardo risale al 1056. Purtroppo il terremoto del 1694 ha distrutto buona parte della chiesa che venne ricostruita nel XVIII secondo lo stile Barocco. Di chiara architettura normanna, invece, il Campanile.

Accanto alla cattedrale si può ammirare il Palazzo del Vescovado, anch'esso ricostruito in stile barocco, con la sua ampia scalinata a doppia rampa che porta agli ambienti di rappresentanza. Il Palazzo oggi è sede di una pinacoteca.


IN VISITA AL CASTELLO

Lasciata la cattedrale e il Palazzo del Vescovado ci  addentriamo nel cuore del centro storico per raggiungere il Castello che ha subito numerosi rimaneggiamenti nel corso degli anni dalle varie dominazioni che si sono succedute.

Caratterizzato da 8 possenti torri, un ponte in muratura ed un fossato, il castello è stata la sede da cui Federico II promulgò nel 1231 le famose Contitutiones Augustales, norme che riorganizzarono i diritti feudali e che riconoscevano alla donna il diritto di successione ereditaria. 

Il castello ospita il Museo Nazionale Archeologico del Melfese dove sono conservati reperti che spaziano dal VII al III secolo A.C. Pezzo pregiato della collezione è il Sarcofago di Rapolla, opera in marmo di pregio, creata da artisti dell'Asia Minore nel II secolo, recante sul coperchio una splendida figura di donna distesa.  


SE VI INTERESSA L'ARGOMENTO, LEGGETE ANCHE IL NOSTRO ARTICOLO SUI CASTELLI DELLA BASILICATA  


 SECONDA TAPPA: BARILE E RIPACANDIDA

Le caratteristiche cantine di Barile, scavate nel tufo

Barile come Betlemme, questo ha sicuramente pensato negli anni ’60 Pier Paolo Pasolini quando, per il film il Vangelo Secondo Matteo, scelse questo paese di origine albanese per ambientarvi le scene della Natività, la visita dei Re Magi, la fuga della sacra famiglia.

SE VI INTERESSA L'ARGOMENTO, LEGGETE ANCHE L'ARTICOLO SUL CINEMA IN BASILICATA

Le grotte, scavate nel tufo e oggi usate come cantine per conservare ed invecchiare il vino Aglianico del Vulture, fanno da sfondo ad una delle più suggestive Vie Crucis che si tengono in Basilicata nella settimana di Pasqua.

SE VI INTERESSA L'ARGOMENTO, LEGGETE ANCHE IL NOSTRO ARTICOLO SULL'AGLIANICO DEL VULTURE

Ripacandida è in posizione panoramica rispetto al monte Vulture. Il monumento principale è la chiesa di San Donato chiamata anche la Piccola Assisi. Basta entrare in chiesa per capirne il motivo: la volta dell’unica navata è completamente affrescata  con scene del vecchio e nuovo testamento, figure di santi e allegorie delle virtù opera di un ignoto artista lucano del XV secolo.

Da visitare la chiesa Madre del XVI secolo dedicata a Santa Maria del Sepolcro e la chiesa della Madonna del Carmine del XVIII secolo.   


 TERZA TAPPA: CASTEL LAGOPESOLE

Castel Lagopesole

Frazione del comune di Avigliano deve il suo nome alla presenza di un grande lago che nel Quaternario occupava tutta la valle di Vitalba. Prima i romani e successivamente i Normanni portarono benessere e splendore alla località.

Fu Federico II nel 1241 a iniziare i lavori di ampliamento e restauro del castello la cui origine pare risalga al XI secolo. Ulteriori lavori si sono succeduti nel corso dei secoli fino ad arrivare ai giorni nostri. È difficile individuare quali parti sono attribuibili all'epoca federiciana e quali a quell'angioina.

IN VISITA AL CASTELLO

L’ingresso principale del Castello è caratterizzato da una volte a botte risalente al XVI-XVII secolo e passando attraverso una stanza usata come deposito si sale al primo piano nel Salone dell’Imperatore caratterizzato da una serie di mensole a capitello volte a sostenere arcate a sesto acuto che sorreggevano a loro volta un tetto in legno.

Dall'ingresso principale si accede anche al cortile maggiore dove è riconoscibile la Cappella ricavata da una pseudo torre. Accanto si scorge una scala che porta al Salone degli Armigeri anch'esso caratterizzato da capitelli a mensole, bifore trilobate e finestre. Il salone dell’Imperatrice occupa l’ala settentrionale.

Dopo aver fatto visita alle sale del castello, rientriamo nel cortile maggiore da cui si accede al cortine minore che ospita il Maschio.

L'ingresso della torre presenta due bellissime mensole raffiguranti un volto di donna e un volto maschile. Secondo gli storici la donna potrebbe essere Costanza d’Altavilla o Beatrice, seconda moglie di Federico I Barbarossa, mentre il volto maschile pare ritragga il Barbarossa. 

CREDIT
Foto Castello di Melfi: Marco Lovisco
Foto Barile: APT Basilicata
Foto Castel Lagopesole: Rosalba Molaro
Video Melfi: Dario Molinari

Published in Itinerario Melfi
Martedì, 18 Agosto 2015 17:44

Cosa vedere a Melfi

Ciò che colpisce quando ci si avvicina a Melfi per la prima volta è il castello che si erge maestoso su una verde collina, con le mura che scendono lungo i fianchi e si perdono in un intrico di case dai tetti scarlatti.

IL REGNO DI FEDERICO II

Se siete appassionati di storia e giungete in Basilicata, non potete andare via prima di aver visto Melfi, roccaforte di Federico II di Svevia, sovrano illuminato e misterioso.
È da Melfi che l’imperatore promulga nel 1231 le “Costituzioni melfitane”, norme che per la prima volta riconoscevano alle donne diritti sconosciuti all’epoca ed è nei boschi intorno a Melfi che il sovrano amava cacciare con il falcone.

Ma Melfi non è solo storia, a due passi dal paese potete trascorrere una giornata di relax nei prati che circondano i laghi di Monticchio, due bellissimi specchi d’acqua di origine vulcanica; è sulle montagne della zona che nasce l’Aglianico del Vulture, vino DOC annoverato tra i più grandi vini rossi d’Italia. Che dite? Vi abbiamo convinto?

Scorcio di Melfi e del castello


TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE MELFI


1. LA FIGURA DI FEDERICO II

Se visitate Melfi non potete non vedere il castello, imponente struttura di origine normanna (fine XI secolo) che al suo interno ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese che custodisce preziosi reperti del VII-III secolo a.C. oltre allo splendido Sarcofago di Rapolla, opera della seconda metà del II secolo, proveniente dall’Asia Minore.

Bellissima inoltre la Cattedrale risalente al 1056 e la cripta di santa Margherita, chiesa rupestre che al suo interno reca affreschi perfettamente conservati, tra cui spicca il “monito dei morti” in cui pare sia rappresentato Federico II in abiti da falconiere.

Melfi, Cripta di Santa Margherita

Se vi interessa la storia di Federico II vi consigliamo di far visita anche al castello di Lagopesole, uno splendido maniero su di una collina, situato a pochi chilometri da Melfi.

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2.  I LAGHI DI MONTICCHIO 

A pochi chilometri  da Melfi trovate i laghi di Monticchio, due specchi d’acqua di origine vulcanica che si stendono ai piedi del monte Vulture, i cui boschi ospitano la Acanthobrahmaeaeuropaea, splendida falena che vive solo in questi luoghi.

Sulle placide acque del lato si staglia l’abbazia di San Michele, che oggi ospita il museo di Storia Naturale del Vulture.

Laghi di Monticchio, Melfi


3. L' AGLIANICO DEL VULTURE

Questi luoghi sono la patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Questo vino, il cui vitigno cresce sulle pendici e nella valle del vulcano spento del Vulture, ha un colore rubino che tende al granato con riflessi aranciati con l’età.

All'olfatto risultano riconoscibili profumi di mora e prugna selvatica, note di viola e di fragole di bosco, a cui il tempo apporta sentori di liquirizia, cioccolato fondente, pepe nero. In bocca l'Aglianico del Vulture risulta complesso, moderatamente tannico e fresco, con una gradazione alcolica tra i 12,5° e i 13,5°.

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Published in Melfi
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