idee e itinerari turistici per scoprire la Basilicata

Mistero e cultura sulle tracce di Federico II

Un personaggio carismatico, un re che preferiva i libri alla spada, capace di creare un ponte tra oriente e occidente. Federico II ha amato la Basilicata, percorrendone i boschi con il suo amato falcone, fedele compagno di caccia. Alla Basilicata ha lasciato in eredità castelli e leggende, ma soprattutto storia e cultura. Seguiteci in questo itinerario attraverso i luoghi che ci raccontano la sua storia!

Melfi, cripta di santa margherita, monito dei morti 


TAPPE

 Melfi – Barile – Ripacandida – Castello di Lagopesole

A CHI LO CONSIGLIAMO

A chi ama la natura e il Medioevo 

QUANDO

Tutto l'anno

TEMPO DI VISITA

L'itinerario dura un giorno

IL NOSTRO CONSIGLIO!

Tra una tappa e l'altra, fermatevi a gustare un calice di vino Aglianico, accompagnato dai formaggi locali e dai dolci a base di castagne, tipici della zona. 



PRIMA TAPPA: MELFI

La sagoma del castello di Melfi appare subito agli occhi del visitatore che si appresta a perdersi fra le vie del suo centro storico racchiuso tra le possenti mura medioevali, perfettamente conservate.

Il castello di Melfi

Punto di partenza ideale per un tour di Melfi è la Porta Venosina, l’unico dei quattro accessi che ha resistito al tempo e ai terremoti.

Oltrepassata la porta si percorre C.so Garibaldi, una delle arterie principali di Melfi,  per raggiungere la Cattedrale la cui costruzione, voluta da Roberto I il Guiscardo risale al 1056. Purtroppo il terremoto del 1694 ha distrutto buona parte della chiesa che venne ricostruita nel XVIII secondo lo stile Barocco. Di chiara architettura normanna, invece, il Campanile.

Accanto alla cattedrale si può ammirare il Palazzo del Vescovado, anch'esso ricostruito in stile barocco, con la sua ampia scalinata a doppia rampa che porta agli ambienti di rappresentanza. Il Palazzo oggi è sede di una pinacoteca.


IN VISITA AL CASTELLO

Lasciata la cattedrale e il Palazzo del Vescovado ci  addentriamo nel cuore del centro storico per raggiungere il Castello che ha subito numerosi rimaneggiamenti nel corso degli anni dalle varie dominazioni che si sono succedute.

Caratterizzato da 8 possenti torri, un ponte in muratura ed un fossato, il castello è stata la sede da cui Federico II promulgò nel 1231 le famose Contitutiones Augustales, norme che riorganizzarono i diritti feudali e che riconoscevano alla donna il diritto di successione ereditaria. 

Il castello ospita il Museo Nazionale Archeologico del Melfese dove sono conservati reperti che spaziano dal VII al III secolo A.C. Pezzo pregiato della collezione è il Sarcofago di Rapolla, opera in marmo di pregio, creata da artisti dell'Asia Minore nel II secolo, recante sul coperchio una splendida figura di donna distesa.  


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 SECONDA TAPPA: BARILE E RIPACANDIDA

Le caratteristiche cantine di Barile, scavate nel tufo

Barile come Betlemme, questo ha sicuramente pensato negli anni ’60 Pier Paolo Pasolini quando, per il film il Vangelo Secondo Matteo, scelse questo paese di origine albanese per ambientarvi le scene della Natività, la visita dei Re Magi, la fuga della sacra famiglia.

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Le grotte, scavate nel tufo e oggi usate come cantine per conservare ed invecchiare il vino Aglianico del Vulture, fanno da sfondo ad una delle più suggestive Vie Crucis che si tengono in Basilicata nella settimana di Pasqua.

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Ripacandida è in posizione panoramica rispetto al monte Vulture. Il monumento principale è la chiesa di San Donato chiamata anche la Piccola Assisi. Basta entrare in chiesa per capirne il motivo: la volta dell’unica navata è completamente affrescata  con scene del vecchio e nuovo testamento, figure di santi e allegorie delle virtù opera di un ignoto artista lucano del XV secolo.

Da visitare la chiesa Madre del XVI secolo dedicata a Santa Maria del Sepolcro e la chiesa della Madonna del Carmine del XVIII secolo.   


 TERZA TAPPA: CASTEL LAGOPESOLE

Castel Lagopesole

Frazione del comune di Avigliano deve il suo nome alla presenza di un grande lago che nel Quaternario occupava tutta la valle di Vitalba. Prima i romani e successivamente i Normanni portarono benessere e splendore alla località.

Fu Federico II nel 1241 a iniziare i lavori di ampliamento e restauro del castello la cui origine pare risalga al XI secolo. Ulteriori lavori si sono succeduti nel corso dei secoli fino ad arrivare ai giorni nostri. È difficile individuare quali parti sono attribuibili all'epoca federiciana e quali a quell'angioina.

IN VISITA AL CASTELLO

L’ingresso principale del Castello è caratterizzato da una volte a botte risalente al XVI-XVII secolo e passando attraverso una stanza usata come deposito si sale al primo piano nel Salone dell’Imperatore caratterizzato da una serie di mensole a capitello volte a sostenere arcate a sesto acuto che sorreggevano a loro volta un tetto in legno.

Dall'ingresso principale si accede anche al cortile maggiore dove è riconoscibile la Cappella ricavata da una pseudo torre. Accanto si scorge una scala che porta al Salone degli Armigeri anch'esso caratterizzato da capitelli a mensole, bifore trilobate e finestre. Il salone dell’Imperatrice occupa l’ala settentrionale.

Dopo aver fatto visita alle sale del castello, rientriamo nel cortile maggiore da cui si accede al cortine minore che ospita il Maschio.

L'ingresso della torre presenta due bellissime mensole raffiguranti un volto di donna e un volto maschile. Secondo gli storici la donna potrebbe essere Costanza d’Altavilla o Beatrice, seconda moglie di Federico I Barbarossa, mentre il volto maschile pare ritragga il Barbarossa. 

CREDIT
Foto Castello di Melfi: Marco Lovisco
Foto Barile: APT Basilicata
Foto Castel Lagopesole: Rosalba Molaro
Video Melfi: Dario Molinari